Roma, 15 mar. - (Adnkronos) - La bonifica ambientale di un sito nucleare è l'ultima fase del suo ciclo di vita. Questa attività si realizza con il 'decommissioning', parola che riassume le operazioni di mantenimento in sicurezza degli impianti, allontanamento del combustibile nucleare irraggiato, decontaminazione e smantellamento delle installazioni nucleari e di gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, in attesa del loro trasferimento al deposito nazionale. L'insieme di queste attività ha l'obiettivo di riportare questi siti a 'prato verde', cioè ad una condizione senza vincoli legati alla radioattività, rendendoli disponibili per il loro riutilizzo. La società di Stato responsabile della gestione dei rifiuti radioattivi e della bonifica ambientale dei siti nucleari italiani è la Sogin, ad oggi impegnata in Italia della bonifica delle quattro centrali nucleari di Trino, Caorso, Latina e Garigliano, l'impianto di Bosco Marengo e gli ex impianti di ricerca Enea di Saluggia, Casaccia e Rotondella. Operativa dal 2001, Sogin diventa Gruppo nel 2004 con l'acquisizione della quota di maggioranza (60%) di Nucleco, l'operatore nazionale incaricato della raccolta, del condizionamento e dello stoccaggio temporaneo dei rifiuti e delle sorgenti radioattivi provenienti da attività medicali e di ricerca scientifica. In ogni impianto i rifiuti sono trattati e stoccati in depositi temporanei in vista del trasferimento al deposito nazionale che, spiega la Sogin, "è un diritto degli italiani e un'esigenza per il Paese per mettere in massima sicurezza tutti i rifiuti radioattivi". Il progetto è di realizzare questo deposito all'interno di un parco tecnologico e permettere così la sistemazione definitiva di circa 80 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e la custodia temporanea in sicurezza per circa 13 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. Degli oltre 90 mila metri cubi di rifiuti, il 70% proverrà da operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 30% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. L'attività propedeutica alle operazioni più complesse del decommissioning è la rimozione dall'impianto del combustibile nucleare irraggiato per procedere al suo riprocessamento, operazione che permette di separare le materie riutilizzabili dai rifiuti finali e di condizionare questi ultimi in una forma che ne riduce considerevolmente il volume e ne garantisce la conservazione in sicurezza nel lungo periodo durante il loro decadimento radioattivo. Il processo permette di ridurre il volume dei rifiuti a più elevata radioattività al 5% del volume originario del combustibile. Il 98% del combustibile irraggiato prodotto durante l'esercizio delle centrali nucleari italiane è stato inviato all'estero per il suo riprocessamento mentre sono in corso le operazioni di trasferimento del rimanente 2%. Dal 2005, inoltre, Sogin coordina le attività previste dall'accordo stipulato dal governo italiano con la Federazione Russa nell'ambito del programma Global Partnership. In particolare, l'accordo riguarda lo smantellamento dei sommergibili nucleari russi e la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.




