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Travaglio: "Napolitano che non vuole testimoniare"

di Lucia Esposito domenica 24 novembre 2013

Travaglio, vicedirettore del "Fatto Quotidiano"

2' di lettura

Trattativa-Stato mafia: Giorgio Napolitano ha mandato ai giudici di Palermo una lettera in cui, come spiega il Presidente Montalto, manifesta la sua volontà di testimoniare ma chiede l'ultilità del reale contributo che tale deposizione potrebbe dare "in considerazione della limitata conoscenza dei fatti". Una presa di posizione che non è sfuggita a Marco Travaglio che su questo tema non ha fatto sconti al presidente della Repubblica. Nel suo editoriale di oggi, il vicedirettore del Fatto, sottolinea come non si è mai visto "un testimone che scrive al giudice per comunicargli che ha poco da testimoniare". Insomma, fa notare Travaglio, Napolitano ritiene motu proprio che la sua testimonianza è superflua perché non sa nulla. E chiede alla Corte di rimangiarsi l'ordinanza in cui lo citava come teste di allontanare da lui l'amaro calice". Travaglio ricorda la lettera del suo consiglirere giuridico Loris D'Ambrosio poco prima di morire in cui ricordava a Napolitano i suoi "timori" di essere stato usato come "ingenuo e utile scriba di cose utili fungere da scudo per indicibili accordi" fra Stato e mafia nel 1992-1993 quando prestava servizio all'Alto commissariato antimafia e poi al ministero della Giustizia. Insomma, Travaglio insinua neanche troppo velatamente che Napolitano qualcosa sa.  Cattivo esempio -  Travaglio mette in evidenza come il capo dello Stato "che dovrebbe dare il buon esempio a tutti i cittadini anche a quelli che testimoniano nei processi di mafia rischiano la pelle, fa i capricci e non ne vuole sapere". E fa notare come durante il mandato Napolitano "non può essee processato nemmeno per i reati commessi al di fuori delle sue funzioni, se rifiutasse di ricevere i giudici al Quirnale, questi non poterebbero mandarlo a prendere dai carabinieri per l'accompagnamento coatto come fanno con gli altri testimoni reticenti". E da qui la conclusione. Travaglio cita "il diavoletto che è in noi" e scrice: "Ecco perché si è fatto rieleggere". E insinua il dubbio che Napolitano abbia qualcosa da nascondere.

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