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La Idem salda il conto: 3000 euro di Ici al Fisco. Ma non era "tutto in regola"?

L'ex ministro ha pagato gli arretrati dal 2007 al 2012. Gli altri sono prescritti
di Ignazio Stagno domenica 11 agosto 2013

Josef Idem

2' di lettura

E Josefa Idem alla fine paga. Dopo la bufera per la sua furbata sull'Ici ora deve metter mani al portafoglio e pagare di tasca sua. Gli accertamenti del fisco per il momento sono terminati. Così la Idem per la sua casa-palestra nelle campagne ravennati, ha dovuto versare nelle casse del Comune di Ravenna 3.000 euro per le quote non pagate tra il 2007 e il 2012. Per gli anni precedenti, tutto è andato prescritto. Ad annunciare la chiusura della vicenda è il consigliere comunale Alvaro Ancisi, capogruppo della lista civica d'opposizione ''per Ravenna''. La Idem per il suo mancato pagamento ha perso il posto da ministro per le Pari opportunità che Enrico Letta le aveva affidato quando è partita l'avventura del governo. Ici non pagata - Troppo pesanti gli imbarazzi provocati dallo scandalo della presunta evasione fiscale sulla casa-palestra di Santermo. L'Ici non pagata per 4 anni, dal 2008 al 2011 e l'Imu pagata in ritardo, dopo le accuse della stampa hanno costretto la democratica a fare un passo indietro. La mancata dichiarazione al Comune di Ravenna dell'esistenza della palestra Jajo Gym per la Idem è stata fatale. Ma non solo. Anche le indiscrezioni sui contributi e l'aspettativa ottenuta pagati dal Comune di Ravenna, di cui era diventata assessore, in qualità di (unica) dipendente dell'associazione sportiva del marito hanno contribuito a peggiorare la situazione di Sefi. "Non sono una commercialista" - Un'avventura quella della Idem che si è chiusa lo scorso 24 giugno con l'addio al governo. L'ex campionessa di canottaggio è ritorntata sulla sua poltrona da deputata a Montecitorio. Da quel 24 giugno la Idem non si è più sentita nè si è concessa interviste per chiarire la sua posizione. Evidentemente la polvere sotto il tappeto era tanta. Il fatto che la Idem abbia saldato il conto è la prova che non proprio tutto tra le carte era in regola. "Non sono una commercialista e dimostrerò che tutto è stato fatto in maniera corretta", aveva detto la Idem quando ancora cercava di restare in sella alla poltrona da ministro. I fatti dicono tutt'altro. Nulla era corretto. (I.S.)

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