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Il filosofo grillino Becchi: "Mi piace il culo delle ragazze, ma non accusatemi di femminicidio"

Il delirio dell'ideologo del M5s a La Zanzara e la fissazione per il lato b: "Avevo le fistole anali, ci ho scritto un libro"
di Sebastiano Solano venerdì 31 maggio 2013

Paolo Becchi

2' di lettura

Mentre Beppe Grillo scarica Stefano Rodotà, prendendo per i fondelli tutti coloro che avevano creduto il costituzionalista fosse l'ultimo baluardo contro la partitocrazia, il filosofo del M5s Paolo Becchi si diletta a disquisire, tanto per rimanere in argomento, di lato b.  La filosofia del culo - Ospite a La Zanzara, in onda su Radio 24, Becchi filosofeggia sul significato del sedere nel contesto della modernità: "A me il culo non dispiace, quando guardo da dietro una ragazza io guardo sempre il culo, però mi hanno detto che questo non si può dire perché poi ti accusano di femminicidio…". Per il filosofo-ideologo del M5s il sedere, quello delle "signorine", è una vera e propria fissazione: "Ti accusano di femminicidio perché magari ti sei fatto chissà quali idee, invece ti piace proprio il culo". Quindi si autoassolve, in via preventiva, da eventuali critiche moralistiche: "Capita a tutti di vedere il sedere delle signorine, non faccio niente di male".  Il capolavoro inedito - Tra una parola e l'altra, Becchi narra poi del suo rapporto travagliato con il proprio sedere: "Tra l'altro io ho sofferto per le fistole al sedere", afferma. Una sofferenza così atroce che lo ha portato, addirittura, a scrivere un libro, che nessuno però, nonostante l'importanza dell'argomento, ha ancora mai pensato di pubblicare: "Ho anche scritto un racconto bellissimo, Anatomia del dolore, e chiedo: qualcuno me lo pubblica? L'ho scritto perchè la fistola anale è una cosa che mi fa soffrire tantissimo. E' un racconto bellissimo dove di parla di una suora, del mio rapporto con gli angeli e alla fine c'è anche un bel rapporto sessuale".  Da quando sono con Grillo m'ignorano - Dopo l'accorato appello alla pubblicazione, Becchi lamenta la sordità degli editori al suo capolavoro: "Se mi chiamavo Baricco lo pubblicavano subito. Una parte l'avevo pubblicata con il Corriere della Sera quando ancora mi volevano bene. Da quando sono grillino non mi pubblicano più niente". Insomma, a causa di Grillo ci siamo persi un probabile best-seller, un fondamentale della filosofia.

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