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L'epopea di Mister Fastweb Scaglia: è finito in carcere per sbaglio, ora è il "re delle gnocche"

Il manager "papà" della fibra ottica si è comprato "Elite World" e "Woman management". Ora è il numero uno delle sfilate
di Matteo Legnani domenica 22 dicembre 2013

3' di lettura

Il nuovo mondo di Silvio Scaglia. L’imprenditore italiano pioniere della new economy, dopo la tormentata vicenda giudiziaria conclusasi lo scorso ottobre con una piena assoluzione, è tornato all’impresa classica, attraverso la recente acquisizione della griffe d’intimo  «La Perla». Ma allo stesso tempo è stato scoperto un business di nicchia, quello delle agenzie di modelle, in grado di avere però numerose sinergie con il mercato del lusso e le aziende di lingerie.  Di questi giorni la notizia, riportata da Il Sole 24 Ore, che la società Pacific Global Management (Pgm), holding presieduta da Scaglia, ha compiuto un deciso passo avanti per primeggiare sul fronte  mannequin, tanto da divenire leader internazionale. Destò curiosità l’acquisto nel 2011 della maggioranza di «Elite World», storica creatura del playboy John Casablancas, e adesso arriva l’aggiudicazione della «Women Managment», altro nome celebre con filiali a Milano, Parigi e New York, capitali indiscusse del fashion system.  Il progetto prevede di conquistare i paesi emergenti, con precedenza assoluta per la locomotiva Cina, cercando le ragazze top del futuro all’ombra della Grande Muraglia. Nel primo esercizio, interamente sotto la rinnovata guida, Elite ha chiuso il bilancio 2012 con un fatturato di oltre 52 milioni di euro e la crescita dei ricavi del 15%, cifra che peraltro non include l’attività delle agenzie da poco inaugurate a Shangai e nella Grande Mela. Si crede molto nell’espansione del mercato cinese, grazie anche al decollo delle spese per la cura personale, e certamente il forte network creato da Gpm è determinato a consolidare il primato nel grande Stato asiatico.   A breve diventeranno operative ben cinque filiali «Elite», con l’apertura di moderne sedi a Pechino e nelle località di Hangzhou, Guangzhou e Shenzhen. Proprio in quest’ultima città è stato organizzata di recente la finale del concorso «Look of the Year», famoso per scegliere la fanciulla del futuro, la più promettente sulle passerelle, al termine di una selezione tra cinquecento mila candidate.  Con l’arrivo nel portfolio societario di «Women Managment» il giro d’affari globale dovrebbe crescere fino al 7%, sviluppando anche servizi digitali o telematici da offrire alla clientela.  A regime le due agenzie, che oggi coinvolgono quasi 1.500 ragazze, potrebbero generare un volume di 110-120 milioni di euro annui, portando il fatturato della Pgm, insieme a «La Perla», a quota 300 milioni di euro.  A seguire da vicino l’intero business Stefania Valenti, ceo di Elite World, convinta che l’entrata in scuderia di una seconda agenzia porterà solo benefici, a livello finanziario e d’immagine. La manager italiana ha dichiarato al Sole 24 Ore che le due realtà «rimarranno distinte, pur condividendo strategie ed expertise, perché l’ottica è quella di fare sistema, con un occhio di riguardo verso il promettente mondo orientale». Infatti sta nascendo un nuovo trend:  «per parlare in maniera efficace ai consumatori dagli occhi a mandorla», sostiene Stefania Valenti, «i brand sono sempre più alla ricerca di volti locali, col conseguente abbandono del modello di bellezza europeo-americano». Stop alle signorine stile Cindy Crawford o Eva Herzigova e strada spianata per le modelle asiatiche, come Li Wen o Fei Fei Sun, in questo momento predilette da fotografi e designer.  Per ottenere risultati soddisfacenti il segreto è raccolto in poche regole guida. Primo operare al meglio il servizio di scouting così da soddisfare le esigenze di un settore globale, secondo individuare i macro trend cercando di proporre prima degli altri un prodotto valido al passo con i tempi, e terzo dimenticare i ruggenti anni ’90, basati su modelli di consumo angloamericani,  avvicinandosi senza remore al nuovo business che parla cinese. di Massimo De Angelis

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