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Grasso bacchetta Brunetta: "Ognuno invita chi vuole". E lui lo azzanna: "Continuerò nel ruolo del controllore"

Il crociato Renato Pdl smaschera poi la doppia morale del critico del Corriere: "Quando l'Agcom condannò Minzolini per le presenze tv non hai detto niente"
di Sebastiano Solano domenica 14 luglio 2013

Renato Brunetta

2' di lettura

La crociata del soldato Brunetta sul pluralismo nella Rai sta iniziando a dare i propri frutti. Numeri alla mano, il fumantino capogruppo del Pdl alla Camera da settimane crocifigge sull'altare del pluralismo i sedicenti paladini della libertà d'informazione. Lucia Annunziata, Fabio Fazio, Giovanni Floris, David Parenzo: nel pantheon al contrario di Brunetta non manca proprio nessuno. A cadenza settimanale, le interrogazioni presentate da Brunetta in Commissione di Vigilanza Rai sono ormai diventate un appuntamento fisso. Il malpancista Grasso - E la cosa,ovviamente, ha creato qualche mal di pancia, specie tra gli addetti ai lavori. Tra questi, e su tutti, Aldo Grasso, il critico tv del Corriere della Sera. Con un editoriale al vetriolo, Grasso così punzecchia Brunetta: "Ogni giorno ha modo di intervenire sull'abbagliante mondo della tv. La cosa che più stupisce, però, è che egli mostra una concezione del Servizio pubblico molto vecchia, poco consona alle sue idee liberali: Floris, Fazio, Vespa hanno diritto di invitare chi vogliono". E ancora: "L'equivoco di fondo è che il Servizio pubblico esiste solo in quanto alibi del pluralismo, il volto nobile della lottizzazione. È proprio in nome del pluralismo che ogni partito continua a reclamare la sua quota, i suoi dirigenti, persino i suoi invitati".  E Brunetta lo azzanna - La replica di Brunetta arriva con una lettera al Corriere, in cui fa a pezzi la doppia morale di Grasso: "Ricordo che Aldo Grasso polemizzando invero molto acidamente con Augusto Minzolini nel momento in cui fu allontanato dalla guida del Tg1, non disse una parola per ricordare che proprio in base al criterio della bilancia delle presenze l'Agcom condannò il suo telegiornale a una multa salata". Brunetta, insomma, non molla. Ha preso sul serio il suo ruolo di membro della Commissione di Vigilanza e non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro. Anzi. Spiega nella lettera: "Brunetta farà il suo lavoro di controllore. Sia chiaro, controllore, non giudice. A valutare e sanzionare è l'Autorità garante della comunicazione". Invidioso o strabico? - Ma perché Grasso teme l'attivismo di Brunetta? Lo spiega lui stesso, tra il serio e il faceto, nell'incipit: "Uno non può assentarsi un attimo che subito ti fregano il mestiere. Mi riferisco all'onorevole Renato Brunetta che si è reinventato critico televisivo". Insomma, tutta invidia. O "strabismo". Verrebbe infatti da chiedersi perché Grasso non ha preso ancora posizione sulla battuta, a dir poco infelice, di Aldo Busi su Laura Ravetto durante la Guerra dei mondi. E soprattutto: che ne dice, il critico Tv Grasso, del conflitto d'interessi di Benedetta Tobagi che di giorno fa il consigliere d'amministrazione, mentre di notte s'improvvisa critico tv? Sarebbe bello leggere un editoriale anche su tutto questo. Attendiamo fiduciosi.

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