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Al processo per il disastro della 'Deepwater Horizon', Bp accusata di grave negligenza

Se dimostrata la Bp potrebbe dover pagare fino a 17 miliardi di dollari
giovedì 28 febbraio 2013

2' di lettura

New Orleans, 26 feb. - (Adnkronos/dpa) - E' un processo in cui sono in gioco miliardi di dollari, quello che ha preso il via a New Orleans e che vede da una parte dipartimento di Giustizia americano, aziende e privati e, dall'altra, la Bp accusata di dolo e grave negligenza per l'esplosione avvenuta sulla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, nel 2010. Esplosione causata, secondo le accuse dell'avvocato del dipartimento di Giustizia Mike Underhill, da una cultura aziendale che non tiene conto della sicurezza nel perseguimento del profitto e che "mette gli utili prima della sicurezza e dell'ambiente". Ora si tratta di determinare le responsabilità dell'esplosione che ha causato la morte di 11 lavoratori e il peggiore sversamento di petrolio nella storia degli Stati Uniti che ha interessato le coste dalla Florida al Texas uccidendo un numero incalcolabile di uccelli e di altri animali selvatici, lasciando dietro di sé una scia di petrolio in una regione fortemente dipendente da turismo e pesca. Il governo punta a dimostrare la grave negligenza sostenendo che la società avrebbe ignorato evidenti segnali di pericolo, mettendo di fatto a rischio la vita dei lavoratori sulla piattaforma. Secondo Underhill, la Bp ha compiuto una serie di passi falsi e preso decisioni avventate come dimostrerebbero scambi di mail avvenuti alcuni giorni prima dell'incidente e in seguito a un test di pressione condotto dagli ingegneri, il cui risultato avrebbe dovuto spingere l'azienda a sospendere le attività, cosa che non è accaduta per paura delle gravi perdite. Se il processo dovesse provare la grave negligenza, allora la Bp potrebbe dover pagare fino a 17 miliardi di dollari, o 4.300 dollari per ogni barile di greggio fuoriuscito. Altrimenti, l'ammenda ammonterebbe a circa 5 miliardi di dollari o 1.100 dollari a barile. Secondo il procuratore Jim Roy, che rappresenta le parti non governative danneggiate dalla fuoriuscita, la Bp avrebbe esercitato una forte "pressione finanziaria" sui dirigenti dell'impianto di perforazione, allo scopo di tagliare i costi e velocizzare i tempi. Di fatto "l'impianto non era nelle condizioni di avviare la perforazione". Colpa anche della cultura in tema di sicurezza della Transocean e della Halliburton che avrebbe fornito alla Bp un prodotto "mal progettato, non adeguatamente testato e instabile". Ma gli avvocati della altre due società coinvolte, Transocean e Halliburton, danno la colpa alla Bp per il disastro, mentre per l'avvocato della Bp, Mike Brock, la colpa va divisa tra le tre società. La Bp ha accettato di pagare 4,5 miliardi di dollari dichiarandosi colpevole di cattiva condotta e negligenza.

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