Roma, 5 nov. - (Adnkronos) - Marco Vinicio Amati, condannato nei primi due gradi di giudizio a tre anni di carcere per rivelazioni di segreti a clienti e per avere corrotto un ragazza incaricata di pubblico servizio, è stato assolto in Cassazione. Amati, investigatore privato, l'8 marzo 2006 venne arrestato nell'ambito dell'indagine 'Laziogate', dove, come ricorda lui stesso ripercorrendo in una nota la sua vicenda giudiziaria, fu "trattenuto in carcere, in isolamento, per 5 giorni e poi rilasciato per non essere stato sottoposto all'interrogatorio da parte del giudice per la conferma dell'arresto". Il 21 marzo 2006 Amati ricorda di essere stato interrogato dal giudice a Milano, ma "non mi fu applicata più nessuna forma di misura cautelare, tantomeno il carcere". Dopo essere stato assolto per l'aggravante dell'associazione per delinquere, nei primi due gradi di giudizio fu condannato a tre anni di carcere per rivelazioni di segreti a clienti e per avere corrotto un ragazza incaricata di pubblico servizio, pena di tre anni coperta da indulto. Il 29 ottobre 2013 la sentenza di appello viene annullata senza rinvio, "in quanto dimostrato che la persona che io avrei corrotto non era incaricata di pubblico servizio - spiega Amati - ma una persona privata all'epoca impiegata presso un call center". Amati parla di una "esperienza dura, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Insegnamenti? Umiltà, apprezzare la bellezza della vita, non emettere giudizi affrettati, una volta dalla parte del giusto agire in modo oculato e deciso. Forse questa storia mi ha reso più maturo". "Le cose che non reputo giuste sono la misura cautelare, strumento di tortura: secondo me deve essere applicata soltanto in casi gravissimi. Giustissimi i processi - aggiunge - le procure hanno tutto il diritto di indagare , di fare indagini srupolose e di condannare i colpevoli". Infine si sofferma sulla lentezza dei processi. "Circa 8 anni è sicuramente troppo - aggiunge - senza tralasciare l'aspetto economico. Potersi difendere adeguatamente in un processo allo stato dei fatti è un privilegio per ceti abbienti".