Milano, 5 nov. - (Adnkronos) - Mediobanca "dettava i tempi" per la fusione con Unipol, quanto alla Consob aveva un ruolo "che mi pare potersi dire di favore verso il progetto di integrazione". E' quanto sostiene Giulia Ligresti davanti ai magistrati torinesi. Sentita il 22 aprile scorso, ripercorre le tappe dell'operazione al centro dell'inchiesta Fonsai. "Peluso e Massimo Della Ragione, rientrando da Mediobanca dissero che l'aumento di capitale doveva essere di 1,1 miliardi di euro" e nel cda di fine gennaio "furono segnalate svalutazioni di immobili ed ulteriore necessità di riservazione, quasi a voler giustificare la necessità di capitale" per quella cifra. Un'operazione su cui, secondo la secondogenita dell'Ingegnere, più di qualcuno nutrirebbe dei dubbi, ma la richiesta di riesaminare l'aumento di capitale non 'passa': "vi sono le contestuali lettere di Isvap, di Unipol che rappresentano un vero e proprio fuoco incrociato, tant'è che poi il Cda di Fondiaria decide di mantenere inalterato l'aumento di capitale, anche alla luce dell'opinione manifestata dalle banche finanziatrici e dagli advisor". Sul 'capitolo Mediobanca', Giulia Ligresti consegna una lettera del 28 novembre 2011 "lettera non firmata: si tratta della lettera portata da Peluso. A ciò si deve aggiungere la mail successiva arrivata dallo Studio Carbonetti, avente ad oggetto la nuova tempistica di Mediobanca, il che rafforza il tenore delle mie precedenti dichiarazioni circa il ruolo assunto da quest'ultima, la quale dettava tempi pur non essendo advisor e null'altro". Quanto al ruolo della Consob "vi è una mail che produco e che risale al marzo del 2012 nel corso della quale vi è il suggerimento circa il comunicato che deve essere diffuso al mercato: questo deve essere redatto -conclude- in modo da evitare in futuro eventuali contestazioni da parte della controparte delusa".