Roma, 4 ott. (Adnkronos) - "La risposta che il Governo ha dato alla mia interpellanza urgente di oggi, con la quale chiedevo delucidazioni sul permesso accordato al capo dell'Fplp in Italia Abu Anzeh Saleh a recarsi a Roma nell'autunno del 1981 su richiesta esplicita dell'allora istruttore aggiunto Aldo Gentile, dell'ufficio istruzione del Tribunale di Bologna, per motivi concernenti la strage della Stazione, certifica in modo inequivocabile che diverse istituzioni italiane hanno lavorato all'epoca dei fatti per occultare la pista palestinese nell'attentato del 2 agosto 1980". Lo dichiara in una nota il deputato di Fli, Enzo Raisi. "Appare infatti incredibile - prosegue Raisi - che un terrorista che ancora stava scontando la pena per il traffico di armi scoperto ad Ortona e che aveva l'obbligo di firma alla Questura di Bologna, citta' in cui risedeva, sia stato autorizzato a recarsi a Roma per incontrare qualcuno o fare qualcosa di attinente alle indagini sulla strage di Bologna. E' altrettanto incredibile che il governo abbia avuto conferma di questo fatto ma non ha rinvenuto alcun documento che attesti cosa Abu Saleh sia andato a fare concretamente a Roma e con chi si sia incontrato". "La risposta della Presidenza del Consiglio - sottolinea Raisi - e' stata disarmante: il fatto che non si sia trovato alcun documento che dia risposta a quegli interrogativi, ne' tra le carte delle Procure interessate, ne' presso il Dipartimento Pubblica Sicurezza, ne' presso i nostri servizi di intelligence, significa che qualcuno ha fatto sparire le carte e che ogni traccia e' stata volutamente e sapientemente cancellata. Questa e' probabilmente la conferma, l'ennesima conferma, che diversi corpi dello Stato hanno operato in sinergia per nascondere la pista palestinese che portava a Carlos e a Kram, il terrorista che la Commissione Mitrokhin accerto' essere presente alla stazione di Bologna il giorno della strage. I nostri servizi di intelligence, in particolare l'Aise - prosegue Raisi - continuano a mantenere su questo caso un atteggiamento sicuramente non trasparente e non collaborativo. Da Parlamentare italiano oggi provo vergogna per questo comportamento, i familiari delle vittime e tutta la citta' di Bologna sono da anni in attesa della verita' e quanto accaduto oggi in aula - conclude Raisi - dimostra come lo Stato italiano ancora oggi non sia in sintonia con loro".




