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Monti senza freni: col Cavlo spread sarebbe a 1200

di Lucia Esposito domenica 12 agosto 2012

3' di lettura

"Penso che se il governo precedente fosse ancora al potere lo spread sarebbe a 1.200, o qualcosa del genere". Sono le parole di Mario Monti al Wall Street Journal, in una lunga intervista che, dopo quella concessa allo Spiegel tedesco è distinata a sollevare un altro polverone perché nel mirino pare esserci, non nominato, Silvio Berlusconi. E non a caso, nel pomeriggio, dopo le reazioni stizzite del Pdl, ecco la parziale smentita con tanto di telefonata privata tra premier e Cavaliere: "Una banale estrapolazione, non voleva essere un attacco politico", avrebbe spiegato Monti al suo predecessore. Evidentemente, il professore non è un grande comunicatore visto che anche dopo l'intervista allo Spiegel è stato costretto a fare pubblica marcia indietro. Incubo spread - Nell'intervista al WSJ, Monti parla di economia e di Europa. Dice che gli spread sono ancora alti perché il nostro debito "è oggettivamente molto alto e i mercati hanno iniziato a realizzare in modo drammatico che la governance dlla zona euro è debole". La Francia ha fatto molte meno riforme di noi, eppure i suoi spread sono più bassi. Perché è opinione prevalente che la Germania non lascerà andare. Il Wall Strret Journal scrice che il "carattere disciplinato di Mario Monti è più tedesco che italiano.  Cattolico, istruito dai Gesuiti, è apprezzato dal Vaticano anche se ha reintrodotto le tasse sulle proprietà della Chiesa» e ha «portato con sé uno stile più sobrio» rispetto a quello di Silvio Berlusconi. «Da questa estate» scrive ancora il Wsj, Monti «si trova in un circolo vizioso, più propone misure impopolari, più i partiti che lo sostengono minacciano di uscire dal governo».  Comportamento italiani - E’ necessario che le riforme  approvate "si radichino nel comportamento degli italiani al punto che  possano sopravvivere anche a governi vecchio stile". Lo sostiene il premier Mario Monti. "Spero che il  mio governo possa contribuire a cambiare mentalità italiana",   aggiunge, puntualizzando che "questo non vuol dire che voglio   sostituire mentalità italiana con quella tedesca".   "Ma ci sono alcuni aspetti del comportamento italiano, come la   solidarietà spinta al livello della collusione, che sono alla radice  di cose come l’evasione fiscale, che il mio governo sta combattendo   con strumenti e l’impegno senza precedenti", aggiunge. Poi parla di "concertazione" che definisce come una una pratica utilizzata in modo troppo esteso in passato e la paragona al il dentifricio: se non lo chiudi, finisce tutto fuori", ha aggiunto. Credibilità - "La mia aspirazione non è di essere amato. E  che il mio governo sia rispettato e credibile. Il mio compito era quello di trasformare la mia popolarità, che ha iniziato a circa il 72% ed è ora di circa il 40%, in impopolarità a titolo di misure necessarie. Alcuni dicono che abbiamo fatto di meno sulle liberalizzazioni, perché non volevo essere odiato da farmacisti, ma questo non è vero. Ho dovuto calcolare il consenso minimo di cui avevo bisogno tra i partiti politici italiani perché venissero approvate le leggi.  La precisazione di Palazzo Chigi - Le parole di Monti hanno sollevato numerose polemiche nel Pdl, tanto che alla fine fonti di Palazzo Chigi hanno dovuto fare una precisazione: non c'è alcun intento polemico nei confronti del precedente esecutivo. La stima fornita da Monti di uno spread a 1200 punti deriverebbe da una proiezione dei possibili effetti della speculazione nei confronti del nostro Paese in assenza di un segnale di discontinuità. Da aprile a novembre  2011, lo spread passò da 150 punti a 550. Per questo motivo, ricordano le stesse fonti, si ricorse al Governo tecnico. Precisazioni un po' freddine, che infatti avrebbero indotto il premier, in privato, a telefonare al Cav per assicurargli che quelle frasi erano una "banale e astratta estrapolazione" dell'ampia intervista al WSJ. "Il presidente del Consiglio, Mario Monti, come ha chiarito in un colloquio telefonico con il presidente Silvio Berlusconi, è dispiaciuto - si legge nella nota poi diramata da palazzo Chigi - che una banale e astratta estrapolazione di tendenza di valori dello spread sia stata colta come una considerazione di carattere politico, il che non rientrava per nulla nelle sue intenzioni".

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