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La roccaforte dei rossi compagnibutta in discarica falce e martello

La statua simbolo è stata rimossa dall'ex casa del popolo e scagliata tra i rifiuti. Alla vigilia della Festa dell'Unità scoppia il pandemonio
di Andrea Tempestini sabato 1 settembre 2012

3' di lettura

di Giuseppe Policelli Che il comunismo non se la passi benissimo lo sapevamo, ma fa un certo effetto apprendere che la destinazione ultima di falce e martello possa addirittura essere la spazzatura. E ancor di più colpisce il fatto che a riservare una tale sorte al simbolo universale delle lotte di contadini, operai e lavoratori in genere siano proprio dei comunisti. Forse non più comunisti al cento per cento (come spesso succede, la cosa non è perfettamente chiara) ma comunque, e senza dubbio, persone che al comunismo hanno guardato con favore e che tuttora appartengono all’area politica della sinistra italiana.  Ma facciamo un passo indietro. A Ponte a Egola, frazione di San Miniato in provincia di Pisa, la locale casa del popolo ospitava sino a poco tempo fa un’enorme scultura in ferro battuto, foderata di stoffa vermiglia e riproducente la falce e il martello tanto cari ai comunisti di tutto il mondo. L’oggetto, c’è da capirlo, era motivo d’orgoglio per i militanti ma anche, in un territorio storicamente «rosso», per molti semplici cittadini. La falce e martello era stata donata trent’anni or sono ai comunisti di Ponte a Egola da quelli della federazione del Pci di Empoli (i quali ne possedevano due, entrambe realizzate da un ex partigiano originario di Vinci), ed era a tal punto rappresentativa da essere perfino stata immortalata in una recente mostra fotografica sui comunisti in Toscana. Ma perché ne parliamo al passato? Cos’è accaduto alla voluminosa scultura? È una domanda, questa, che prima di tutti devono essersi posti, con animo colmo di angoscia, gli animatori più giovani del circolo Arci Pannocchia di Ponte a Egola, dove in questi giorni si sta allestendo una festa dell’Unità Comunista organizzata dal PdCI.  I ragazzi, giustamente, avrebbero voluto togliere la falce e martello dal ripostiglio per farle fare bella mostra di sé in occasione dell’evento. Solo che, quando nel ripostiglio ci sono entrati, la falce e martello non l’hanno vista. E sì che, così grossa, sarebbe stato difficile non notarla. Ma niente da fare. Contrordine, compagni, la scultura non c’è più! E, a quel punto, è scattato il panico. Che fine avrà fatto il glorioso manufatto metallico?  È bastata una breve indagine perché i timori più foschi trovassero conferma: la falce e martello era stata inopinatamente gettata via durante una minuziosa sessione di pulizie estive effettuata da alcuni membri anziani del circolo. Oltre al danno, insomma, la beffa. Sono stati proprio i vecchi comunisti - reputando, evidentemente, ormai inservibile il reperto - a commettere il misfatto, facendo precipitare in una cupa disperazione i militanti più giovani, forse (nell’odierno smarrimento ideologico) maggiormente bisognosi di certezze e punti di riferimento anche solo simbolici. Quando, almeno in parte, si sono riavuti dallo shock, gli aderenti al circolo Arci Pannocchia hanno messo su una squadra di volenterosi che si è recata presso la vicina isola ecologica nel disperato tentativo di recuperare l’oggetto. Però, a quanto è dato di sapere, l’iniziativa non è stata coronata dal successo. In attesa di future e, purtroppo, poco probabili buone notizie, a Ponte a Egola possono consolarsi pensando che, se la falce e martello è finita nell’isola ecologica, significa che tutto quel ferro verrà riciclato.  E, considerando quanti riciclati il Pci ha prodotto fino a oggi, si tratterà probabilmente del riciclo più utile di tutti.

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