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I consumatori più socialmente consapevoli d'Europea sono gli italiani

Seguono Germania, Spagna, Francia e Gran Bretagna
domenica 11 novembre 2012

2' di lettura

Rimini, 7 nov. - (Adnkronos) - Sono quelli italiani i consumatori più consapevoli in Europa, ovvero quelli più propensi a pagare un prezzo più alto pur di acquistare prodotti e servizi offerti da aziende che abbiano intrapreso dei programmi responsabilità sociale e quindi anche coerenti con gli obiettivi della green economy. Lo rileva il report 'The Global, Socially-Conscious Consumer' (Nielsen, 2012) che ha realizzato un'indagine su un campione di 28.000 utenti internet in 56 Paesi in Europa, America Latina, Medio Oriente, Africa, Nord America e Asia-Pacifico. Sul totale degli intervistati, il 46% può essere definito un consumatore socialmente consapevole e l'Italia si posiziona, tra i Paesi europei, al primo posto con il 38% dei consumatori che dichiarano di essere disposti a pagare di più, seguita da Germania (32%), Spagna (31%), Francia e Gran Bretagna (entrambe 27%). Il Report Nielsen e i risultati di altre ricerche sono contenuti nel "Rapporto sulla green economy" realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Enea, presentato oggi a Ecomondo-Key Energy di Rimini, in occasione degli Stati generali della Green Economy. Secondo l'indagine Nielsen, in Italia la prima causa che spinge ad un consumo socialmente responsabile è la creazione di posti di lavoro ben remunerati (69%), a cui seguono la sostenibilità ambientale (57%), i miglioramenti apportati a scienza, tecnologia, educazione tecnica e matematica (48%) e l'eliminazione della povertà estrema e della fame (45%) Tra i 18 temi di sostenibilità (tra cui la lotta alla povertà, la tutela ambientale, la formazione culturale) presi in considerazione, Nielsen rileva che, a livello globale, gli intervistati socialmente consapevoli considerano prioritari i programmi, attuati dalle aziende, riguardanti la sostenibilità ambientale (66%), i miglioramenti apportati a scienza, tecnologia, educazione tecnica e matematica (56%) e l'eliminazione della povertà estrema e della fame (53%). Il "Rapporto sulla green economy" cita anche lo studio condotto dalla Commissione Europea nel 2009, "Europeans' attitudes towards the issue of sustainable consumption and production", più focalizzato sui temi legati all'impatto ambientale dei comportamenti di consumo. Questo studio si basa su un campione di 26.500 interviste telefoniche distribuite uniformemente (con eccezione di Cipro, Malta e Lussemburgo) tra i 27 Paesi dell'Unione Europea. Per quanto riguarda l'Italia, secondo gli intervistati l'azione che contribuisce di più a risolvere i problemi ambientali è l'acquisto di prodotti realizzati con processi eco-compatibili (26%); il 39% degli intervistati dichiara di essere a conoscenza dei principali impatti ambientali dei prodotti utilizzati. La qualità e il prezzo restano però le principali discriminanti dell'acquisto di un prodotto (rispettivamente 96% e 90%) seguiti da impatto ambientale (85%) e marca (50%). Per il 56%, però, nella scelta ha importanza la presenza di un'etichetta ambientale sul prodotto; tra le informazioni ambientali in etichetta, quelle più importanti per gli italiani riguardano la riciclabilità (39%).

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