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Telese gli ha "rubato" VendolaCosì ora Travaglio "ama" Renzi

Di Pietro è politicamente morto, Grillo è ingovernabile. Così il "Fatto" si schiera con il sindaco rottamatore e gli dedica un titolone. Marco alla ricerca di un totem
di Andrea Tempestini domenica 11 novembre 2012

Marco Travaglio

2' di lettura

In cerca di nuovi amanti. La caccia è aperta, e col "fucile in mano" c'è mister manetta, il vicedirettore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. L'ultimo flirt? Il sindaco rottamatore, Matteo Renzi. Oggi, venerdì 9 novembre, il Fatto dedica al primo cittadino di Firenze l'apertura del quotidiano: "Renzi, basta con Monti. Ma anche con Bersani". Il giornale di Travaglio ha organizzato per Matteo un "Forum" e quindi gli ha riservato il titolone in edicola. "Il governo dei tecniconi - spiega Renzi - è espressione di quella burocrazia che dovrebbe combattere. Ci vuole la rottamazione per spazzare via i troppi apparati della politica". Quindi l'esaltazione della trasparenza: "Io - spiega il sindaco - ho messo online tutto sulle mie spese. Mi piacerebbe che il segretario e Vendola rendessero pubbliche le fattura di Pd e di Sel". Gli hanno rubato Vendola... - Prese di posizione più che legittime, quelle del rottamatore. Fa sorridere, invece, la caccia all'uomo (giusto) aperta da Travaglio, che se anche si dice di "destra", da anni sposa posizioni di sinistra (e spesso, di esterma sinistra: pensiamo, per esempio, alla Tav). Nichi Vendola gliel'ha fregato l'arcinemico Luca Telese, che con il suo nuovo quotidiano Pubblico sostiene apertamente Sel (e l'orgoglioso Travaglio, con Telese, oggi non vuole più spartire nemmeno l'ossigeno di una stanza). Il vecchio pupillo di mister Manetta, Antonio Di Pietro, nuota ormai nelle polveri di un partito, l'Idv, che non esiste più. Difficile, per Travaglio, sostenere una formazione travolta dagli scandali (il colmo, per il pm di Mani Pulite) e che viene accreditata di una percentuale che non si scosta molto dal 2 per cento. Beppe Grillo ha una testa troppo calda, è "ingovernabile", e per Marco è sostenerlo apertamente sarebbe come camminare su un terreno minato. Escluso Bersani - contro il quale tuona da anni - chi resta a Marco? Facile, solo il sindaco rottamatore, Matteo Renzi.

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