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Il figlio di Ignazio molla Berlusconi per andare con Tremonti

Geronimo, il reuccio del mattone, era a Rimini ad applaudire la nascita del nuovo partito dell'ex ministro
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 14 ottobre 2012

2' di lettura

  Aveva preso in affitto una sala da mille persone Giulio Tremonti. Pensava, o meglio sperava, che il suo nuovo partito attirrasse flotte di persone deluse dal Pdl. Invece, a Riccione, per assistere alla nascita di "Lista Lavoro e Libertà" sabato c'erano al massimo 400 persone. Poche ma buone, si sarà detto l'ex ministro del governo Berlusconi, scorrendo i volti dei suoi sostenitori: socialisti del passato e di nuova adozione, giovani rampanti ed ex Pdl, imprenditori e professori universitari. Tra tutti si nota il figlio di Ignazio La Russa, Geronimo.  Classe 1980, siede nel cda di Premafin, Finadin, Immobiliare Lombarda e della International Strategy srl, tutte società di Ligresti, ricorda l'Espresso. Geronimo, però, lavora anche in proprio: da marzo 2010 è socio unico della società immobiliare Metropol srl cui risultano intestati uffici, rimesse e negozi nel centro di Riccione, e socio accomandatario della immobiliare di famiglia, Interiblea (che custodisce anche la residenza milanese di papà Ignazio mentre uno studio e un altro appartamento di otto vani sono intestati direttamente al figlio). Al suo chilometrico biglietto da visita, continua l'Espresso, si aggiungono poi incarichi più glamour come quelli in Gilli (griffe di borse ideata da Giulia Ligresti) e nella Onlus Milano Young, creata nel 2005 per promuovere iniziative a scopo benefico insieme a Barbara Berlusconi, Nicolò Cardi, Sara Covili, Paolo Ligresti, Mauro Pagani, Micol Sabbadini, Francesca Versace e Giulia Zoppas. Non si sa come abbia preso la cosa papà Ignazio. Di certo Geronimo ha fatto quello La Russa senior medita di fare al più presto. Ad applaudire Tremonti c'era pure Marco Canon, Romano Bernardoni, rinviato a giudizio per il crac Parmalat e ancora Maurizio Casasco, Francesco Amadori, l’ex senatore Rino Formica. A loro e agli ancor più esiguo numero di partecipanti di domenica, l'ex ministro Berlusconi dice: “Siamo in guerra. Dentro una strana guerra: economica, non violenta, “civile” e per questo diversa da quelle del passato. Soprattutto una guerra economica. Ma pur sempre una guerra!”.    

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