Condi Rice, la prima donna di colore a fare il segretario di Stato (sotto George Bush), ha pubblicamente annunciato il suo sostegno per Mitt Romney. La Rice ha aspettato che l’ex governatore del Massachusetts si assicurasse, con le primarie del Texas di martedì, il numero magico di candidati per la nomination e il giorno dopo, ad un evento in California per la raccolta di fondi pro GOP, ha spiegato con un discorso le ragioni della sua scelta. «Romney capisce il ruolo degli Stati Uniti nel mondo e il concetto di “eccezionalismo americano” che il governo deve applicare alla politica internazionale», ha detto Condi. «Se l’America deve ricostituire la propria forza in casa sua, ricostruire il senso di chi siamo, c’è bisogno di un leader che comprende anche quanto realmente eccezionali siano gli Stati Uniti. E che non ha paura di guidare sulla base di questo “eccezionalismo”». La stoccata ad Obama è pungente: il presidente ha teorizzato al massimo la “guida da dietro” (come in Libia), e ha speso il primo anno a girare nel mondo dicendo che l’America è un paese come gli altri («Siamo eccezionali noi, così come i greci si sentono eccezionali», disse persino nel 2009, scegliendo l’esempio più malaugurato). «La cosa che la gente considera peggiore della leadership americana unilaterale è la completa mancanza di leadership americana», ha insistito l’ex braccio destro di Bush, prima come consigliera per la sicurezza e poi come ministro degli esteri. «La leadership Usa è compresa e accettata in questo mondo. C’è fame di guida americana nel mondo. E tu, Mitt Romney, gliela puoi ridare», ha concluso Condi. L’uscita pubblica della Rice non poteva che rinfocolare le aspettative per una sua entrata in lizza nella corsa alla vicepresidenza. Tornata all’insegnamento alla Stanford University alla fine del mandato di Bush, ha sempre detto di non essere interessata a rientrare in politica, ma è un no che le pressioni forti che vengono dal basso ed anche da nomi importanti nel partito potrebbero cambiare in sì. Un sondaggio CNN tra i repubblicani di qualche settimana fa l’ha catapultata in testa alle preferenze come vice, con il 26%, davanti a Rick Santorum con il 21% e al senatore cubano-americano della Florida Marco Rubio e al governatore del New Jersey Chris Christie, insieme terzi con il 14%. Il vantaggio della Rice è legato alla sua forte notorietà, ma anche alla simpatia che ha sempre riscosso tra i repubblicani: nel 2008, e ancora nel 2011, nacquero spontanei gruppi di fans che crearono website “Condi for President”. Ma anche nell’establishment del partito c’è chi la indica come la scelta giusta per Romney: l’ultima ad esprimersi è stata la governatrice della Carolina del Sud, Nikki Haley, stella nascente del GOP, che ha citato Condi Rice, e il governatore della Louisiana Bobby Jindal, tra i suoi due favoriti. Sta montando nell’opinione pubblica repubblicana la richiesta per un personaggio che faccia da complemento, con le sue “diversità”, a Mitt, l’uomo bianco del nord, mormone, ricco e, almeno per ora, scialbo nello scaldare i cuori dell’elettorato conservatore. Condi, 57 anni, è donna, afro-americana, è nata nel Sud, in Alabama, dove ha frequentato le scuole ai tempi della segregazione, e ha poi avuto una brillante carriera di studi storici e diplomatici. Ora è parcheggiata come docente alla Stanford University. Oltre al suo nome, girano non a caso quelli di altri “diversi”: Marco Rubio, senatore della Florida cubano-americano, che piace al Tea Party, e Bobby Jindal, governatore di successo in Louisiana, la cui famiglia viene dall’India. Completano la rosa dei possibili numeri due con razze diverse da quella bianca la stessa Haley, 40 anni, che è stata la prima donna a diventare governatrice della Sud Carolina e vanta origini indiane, e Susana Martinez, 53 anni, la prima ispanica ad essere mai diventata governatrice negli Stati Uniti e la prima donna ad essere eletta governatrice del Nuovo Messico. di Glauco Maggi
