Torna il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. E come ogni volta le sue registrazioni sembrano prese da una farsa napoletana, più che da una tragedia costata la vita a 34 persone. Torna, "capitan codardo" nella perizia supplettiva sulla scatola nera della nave, che (come riferisce La Stampa) sarà depositata la prossima settimana al Tribunale di grosseto e che, rispetto alla precedente, fornisce dettagli più precisi rispetto a quella presentata a inizio luglio, perchè individua in maniera cirostanziata gli autori dei dialoghi. Dal punto di vista processuale, la frase più rilevante è quella pronunciata da Schettino alle 21.51 del 13 gennaio scorso, appena nove minuti dopo l'urto contro il fondale poco al largo del Giglio. Nonostante le bugie successive, già a quell'ora il comandante si era reso conto della eccezionale gravità dell'incidente, tanto che parlando al telefono col direttore della sala macchine Giuseppe Pillon afferma: "E allora stiamo andando a fondo praticamente, non l'ho capito?". E in precedenza (21.45), si era già lasciato andare allo sconforto con un inequivocabile (e molto partenopeo) "Madonna, ch'aggio cumbinato". Poi partono le bugie: alle 21.54 il capitano accetta di informare i passeggeri, ma non sull'incidente contro lo scoglio: "Di' che c'è stato un black out", stessa versione che alle 22.02 fornisce pure alla Capitaneria di porto di Civitavecchia. Poco prima (21.56) Schettino aveva informato dell'incidente anche la compagnia, parlando col manager delle emergenze di Costa Crociere, Roberto ferrarini: "Roberto, ho fatto un casino". Ma la telefonata più surreale, per la guasconata inclusa, è quella che il comandante della Concordia fa alla moglie Fabiola alle 23.08: "Fabì, ho finito la mia carriera di comandante. Abbiamo urtato su un basso fondale, la nave si è inclinata, ma sto facendo una bella manovra...è tutto sotto controllo". Quasi.