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Verso la super-Imu sulle seconde case

Il governo potrebbe ritoccare al rialzo le aliquote su seconde e terze abitazioni: un salasso sempre più insostenibile
di Andrea Tempestini domenica 29 aprile 2012

2' di lettura

  Al governo è stata accordata la sedicesima fiducia, la più striminzita dall'insediamento dello scorso novembre: appena 228 i voti favorevoli in Senato, che ha dato il definitivo ok al decreto fiscale. Per quel che riguarda l'Imu, verrà pagata in due o tre rate. Ma c'è un nuovo spettro che agita gli italiani: a luglio, dopo il pagamento della prima rata dell'accontro, l'esecutivo effettuerà una verifica sul gettito della tassa. Se dovesse mancare qualcosa per far quadrare i conti di quest'anno potrebbe nuovamente intervenire sulle aliquote. E a spaventare c'è il fatto che, con tutta probabilità, i conti non quadreranno: le entrate derivanti dal balzello sul mattone potrebbero essere inferiori alle aspettative. Se il governo metterà mano sulle aliquote, lo farà sulle seconde e le terze case lasciate sfitte. E dicendo sfitte è del tutto indifferente che lo siano perché case per le vacanze o meno, come non importa se siano occupate dai figli. Le aliquote - Ad oggi, per caloclare l'Imu, l'aliquota sulle seconde case è dello 0,76%: una percentuale che i sindaci possono far oscillare verso l'alto e verso il basso di 0,3 punti percentuali. La tassa può così variare tra lo 0,46% e lo 0,6 per cento. Pochi Comuni hanno già deciso che livello di aliquota applicare; tra i pochi che lo hanno fatto, diversi - tra i quali Firenze - hanno deciso di applicare sulla seconde case sfitte l'aliquota più alta. Tassare seconde o terze case libere o affittate spesso significa tassare cittadini residenti in altri Comuni che non possono rivalersi togliendo il voto al primo cittadino. Il gettito - Il ritocco all'insù delle aliquote potrebbe rendersi necessario se, come sostengono i sindaci, il gettito della prima rata da pagare entro il prossimo 18 giugno facesse emergere un buco nei conti dello Stato del 2012: un bilancio che il governo non può sforare senza mettere a rischio l'obiettivo imposto dall'Europa del pareggio di bilancio, da raggiungere nel 2013. La possibilità è più che concreta: secondo i dati raccolti dall'Associazione dei Comuni tramite i questionari inviati ai sindaci, vi sarebbe uno scarto di un certo rilievo tra il gettito stimato dall'esecutivo (che dall'Imu conta di raggranellare 21 miliardi di euro, dei quali 10 andrebbero ai Comuni e 11 all'Erario) e quelloprevisto dai Comuni stessi nelle loro stime.  

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