Roma, 26 apr. (Adnkronos) - La Cassazione ha disposto un nuovo esame nei confronti di Pierangelo Dacco', l'intermediario di affari in campo sanitario, arrestato nell'ambito del crac del San Raffaele di Milano. In particolare, la Suprema Corte nelle motivazioni contenute nella sentenza 16000 spiega che il gip del Tribunale di Milano, il 19 novembre 2011, ha "omesso di motivare" se Dacco' fosse "consapevole dello stato di 'grave crisi' della Fondazione da cui aveva ricevuto le cospicue somme di denaro indicate nell'imputazione". Dacco' e' finito in carcere per bancarotta fraudolenta in relazione al crac del San Raffaele. Ora la Quinta sezione penale, accogliendo il ricorso della difesa del commercialista, ha disposto un nuovo esame davanti al Tribunale di Milano. Piazza Cavour ritiene "meritevole di un esame piu' approfondito l'aspetto, che non risulta concretamente sviluppato dai giudici del merito, dell'esistenza del dolo del concorrente 'extraneus' nell'ambito del contestato reato proprio di bancarotta per distrazione". La Cassazione ricorda che "oggetto della vicenda e' la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in capo al percettore quale concorrente 'extraneus' nel delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, di determinate somme versate dall'imprenditore che, successivamente, sia stato ammesso al concordato preventivo". La Suprema Corte spiega che "tratto saliente della nozione di 'distrazione fraudolenta' in se' comporta la consapevole e ingiustificata esposizione a repentaglio delle ragioni dei creditori". Insomma, il giudice, cosa che non e' stata fatta, "per una corretta valutazione della posizione dell"extraneus', deve giovarsi di una rigorosa dimostrazione del sufficiente contenuto rappresentativo dell'emento psicologico, focalizzato sul concreto rischio di insolvenza, anche se non qualificato da una specifica volonta' di cagionare danno ai creditori dell'imprenditore".