(Adnkronos) - La rassegna descrive lo spirito di questa ricerca, che vede gli oggetti come protagonisti indiscussi delle fotografie. Di volta in volta, Vimercati sceglie piccoli vasi, un bicchiere, un ferro da stiro, un bricco del latte, una Bialetti, che sembrano essere sospesi in uno spazio indefinito, senza confini. L'itinerario espositivo mette in evidenza l'idea di serialita', che contraddistingue le opere gia' dalla prima produzione, come ad esempio i lavori realizzati nel 1975, con le immagini di piastrelle, e due anni dopo quelle delle doghe del parquet, fino alle trentasei fotografie di bottiglie di acqua minerale Levissima, una diversa dall'altra e tutte in bianco e nero. Di grande interesse anche il ciclo delle terrine di porcellana, che comprende all'incirca ottanta fotografie scattate a partire dal 1983 fino al '92. In mostra, si ammira, inoltre, il ciclo iniziato nel 1999, con immagini sovrapposte che danno l'effetto di un tremolio. Dalle immagini rovesciate a quelle sfuocate, che non hanno neppure la fase della messa a fuoco, da quelle ingrandite a quelle rimpicciolite, che richiamano le incisioni degli antichi maestri, l'itinerario ripercorre la produzione del maestro, che affermava: "Si tratta del piacere di lavorare senza essere disturbato dal soggetto. A me interessava che scoccasse la fotografia, non mi interessava leggere l'oggetto, ma assistere ogni volta a questo miracolo". In quest'ottica, le fotografie di Vimercati nascono spesso da una meditazione, sono come un mantra che prende di volta in volta forme diverse ma e' in essenza la stessa cosa.