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Fiat, Marchionne: "Impossibile tollerare la mancanza di rispetto delle regole"

L'ad apre a un incontro con Epifani, ma spiega: "serve uno sforzo comune e rispetto tra le parti". Napolitano: "Grazie per l'impegno"
di Tatiana Necchi sabato 28 agosto 2010

3' di lettura

Grande attesa davanti al cancello dello stabilimento della Fiat di Melfi per il discorso dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, previsto al meeting di Cl di Rimini, sulla situazione dei tre operai licenziati dall’azienda torinese, reintegrati dal giudice del lavoro ma non riammessi a lavorare in fabbrica. E l'attesa è stata ripagata, in quanto l'ad del Lingotto, nonostante abbia deciso all'ultimo di modificare il tenore e i contenuti del suo discorso, non ha certo parlato a vuoto. La questione di Melfi - Nel suo discorso Marchionne ha replicato duramente a quanti hanno criticato il suo comportamento sul caso dei tre operai e ha precisato come nello stabilimento della Fiat di Melfi sia stata rispettata la legge e data piena attuazione alla sentenza della magistratura, reinserendo in organico i lavoratori nel pieno rispetto dei diritti sindacali. «Ho sentito parlare molto di dignità e di diritti in questa vicenda - ha esordito Marchionne -, ma questi non possono essere un patrimonio esclusivo di tre persone, devono essere riconosciuti a tutti. Per questo è impossibile tollerare la mancanza di rispetto delle regole e gli illeciti che in qualche caso possono arrivare anche al sabotaggio». Frecciate a Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, che, intanto, continuano a sostare davanti ai cancelli della fabbrica fino a quando non sarà ripristinata la loro "dignità di uomini e di lavoratori". Condividere impegni e sacrifici - Ma Marchionne lancia un appello anche ai sindacati e ai lavoratori. «Serve un patto sociale, uno sforzo comune per condividere sacrifici e impegno e dare al Paese la possibilità di andare avanti: la guerra in famiglia non serve a nessuno. Per questo bisogna lasciarsi alle spalle vecchi schemi per dare spazio a nuovi orizzonti. A tal proposito sono totalmente aperto anch’io a parlare con Epifani. E’ una persona che rispetto, con un profilo intellettualmente onesto: attenzione, però, a saltare sul treno prima che lasci la stazione». Apertura, dunque, ma richiesta di rispetto. «Vorrei che fosse riconosciuta anche la dignità dell’imprenditore, se non stima, almeno rispetto. Non intendiamo farci coinvolgere in teatrini per giustificare un progetto, Fabbrica Italia, di assoluta  qualità e in grado di costruire qualcosa di grande e duraturo». Complimenti da tutti tranne che dall’Italia - Un discorso tutto italiano, quindi, che prende spunto anche dai plausi che la casa automobilistica torinese sta ricevendo dall'estero. «Trovo assurdo che Fiat venga apprezzata e riceva complimenti ovunque fuorché in Italia - afferma Marchionne togliendosi il classico sassolino dalla scarpa -. La Fiat è sempre la stessa, in Italia, in Europa e nel resto del mondo. I principi che ci guidano sono sempre gli stessi. Tutto il progetto in cui Fiat è impegnata, ha aggiunto riferendosi alle polemiche in corso sulla vicenda dei tre operai di Melfi, nasce da una responsabilità che dovrebbe meritare se non stima almeno rispetto». A proposito di complimenti, l'intervento di Sergio Marchionne è stato apprezzato anche dal Capo dello Stato, il quale nei giorni scorsi non aveva lesinato critiche per il mancato reintegro dei tre operai di Melfi. Con una nota, «Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ringrazia Marchionne per le parole con cui gli si è rivolto accogliendo l’invito a trovare una soluzione per il caso di Melfi». «L'amministratore delegato della Fiat - continua il comunicato del Quirinale - può esser certo che anche in Italia si sa apprezzare lo straordinario sforzo compiuto per rilanciare l'azienda e proiettarla nel mondo di oggi fronteggiando l'imperativo del cambiamento che nasce dalle radicali trasformazioni in atto sul piano globale. Su questo terreno non possono sottrarsi al confronto le istituzioni e le parti sociali, nessuna esclusa».

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