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E' moda narghilé, ma fa più male di 100 sigarette

Allarme tra i medici: in Canada il 25% dei giovani ne fa uso. Evitare che si diffonda in Italia
di Michela Ravalico sabato 15 maggio 2010

2' di lettura

Evoca sapori e atmosfere arabeggianti da Mille e una notte. Il narghilé, la pipa ad acqua per fumare tabacco proveniente dall'Egitto, sta prendendo piede tra i giovanissimi, convinti - tra l'altro - che sia meno dannoso della sigaretta. Invece, non è così. Fumare un narghilé equivale a cento sigarette. L'allarme è dell'Oms. Il narghilè - detto anche shisha o pipa ad acqua - è ormai sempre più diffuso nel mondo occidentale. In Canada, per esempio, come rileva uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics, il 25% dei giovani tra i 18 e 24 anni ne fa uso. Tra i giovani italiani ancora questa moda non si è diffusa, ma si sa, le cattive abitudini, si diffondono più rapidamente delle buone. Dunque sarebbe meglio prevenire. L'esperto - Il narghilè contiene monossido di carbonio, nicotina, catrame, metalli pesanti e sostanze cancerogene - precisa il farmacologo Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri - superiori a quelle delle sigarette. Tutte sostanze che entrano nella circolazione ematica e negli organi. Addirittura, secondo uno studio realizzato nel 2008 dall'Organizzazione mondiale della sanità, "con una sessionè di pipa ad acqua si inalerebbe l'equivalente di 100 o più sigarette. Eppure molti giovani credono che faccia meno male di una sigaretta". Secondo un altro studio - condotto dall'università di Montreal - su 871 ragazzi tra i 18 e 24 anni, il 23% ha usato il narghilè, il 5% una o più volte al mese. Ad apprezzarlo sono soprattutto i maschi di lingua inglese, che vivono da soli e guadagnano di più. "In Italia per fortuna ancora non è una moda diffusa tra i giovani e speriamo non lo diventi - commenta Piergiorgio Zuccaro, direttore dell'Osservatorio fumo, alcol e droghe dell'Iss -. Il narghilè è più tossico delle sigarette, perchè non ha filtri, e non si può controllare cosa c'è dentro". Non bisogna dimenticare poi che "chi fuma il narghilè è anche un maggior consumatore, rispetto ai non fumatori - aggiunge "arattini - di alcool, droghe d'abuso, farmaci psicotropi e sigarette, e che molte sostanze vengono aggiunte, soprattutto dai giovani», come ad esempio la marijuana. La situazione droghe in Italia - Attualmente le mode che non conoscono sosta tra i ragazzini sono fumo e alcol. Secondo l'ultimo rapporto dell'Iss in Italia i giovani fumatori di 15-24 anni nel 2009 sono più di un milione e 700 mila (con un +5% rispetto al 2008). Le ragazze sono passate dal 17,5% al 23,8% e i ragazzi dal 30,3% al 34%. E l'età della prima sigaretta continua a calare. Rileva l'Istat che il 7,8% dei 14-24enni ha iniziato a fumare prima dei 14 anni e non manca chi prova già a 10-11 anni. "Considerando la diffusione del fumo tra i giovani e l'alto numero dei locali dove si può fumare il narghilè - conclude Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri - è facile prevedere che questo problema presto si porrà anche da noi".

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