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Una mega cacca alla biennale dell'arte di Carrara

L'opera è di McCarthy. Sarà esposta all'ingresso dell'Accademia
di Roberto Amaglio sabato 12 giugno 2010

2' di lettura

Ormai nelle mostre d’arte ne abbiamo viste di tutti i colori. Forse per incapacità di imitare i grandi maestri del pennello e della scultura, forse per esprimere e rappresentare un mondo e sentimenti diversi, sta di fatto che a ogni esposizione c’è un pezzo “sui generis” che catalizza la curiosità dei media. E alla prossima biennale dell’arte di Carrara questo primato toccherà senza dubbio alla maxi-cacca creata dall’artista americano Paul McCarthy, uno di quegli esponenti dell’arte provocatoria e dissacrante che finisce periodicamente sulle pagine dei giornali specializzati. Non per sminuire le altre opere che verranno esposte dal 26 giugno al 31 ottobre presso l'Accademia di Belle Arti, ma sicuramente questa scultura in travertino rappresenterà l’icona della mostra, sia per le sue dimensioni (due “pezzi” di due e un metro ciascuno), sia per la particolare collocazione che verrà assegnata alla creazione di McCarthy, situata proprio all’entrata dell’Accademia. Salvo ripensamenti dell’ultima ora. “È un'opera di un grande artista - osserva il presidente dell'Accademia Simone Caffaz, che ha dato il via libera - probabilmente uno dei più in voga fra quelli che espongono alla Biennale. Senz'altro ci sono elementi provocatori, nell'ambito di un dibattito sulla scultura che questa Biennale si propone di aprire, e ci mancherebbe altro che l'Accademia di Belle arti di Carrara avesse paura di un'opera con elementi provocatori». A motivare la scelta provocatoria è stato lo stessi scultore statunitense. “L'ho scelta perché la società di oggi tende a nascondere le cose sconvenienti, le rimuove – ha detto McCarhty –. Io invece ne faccio una scultura”. Oltre a questa discussa scultura, sono principalmente due gli altri temi eclatanti della biennale. Il primo è quello della statua di Maurizio Cattelan, la cui statua di Bettino Craxi avrebbe dovuto sostituire per alcuni mesi quella di Giuseppe Mazzini. Una scelta talmente provocatoria che è stata bocciata dall’opinione pubblica, con l’artista padovano che ha deciso quindi di collocare la sua opera al cimitero di Carrara per seppellire l’idea. L’altra opera provocatoria, invece, arriverà a settembre quando Vanessa Beecroft potrebbe esporre presso i laboratori Nicoli una delle sue performance. L’artista, che fa leva sul corpo di giovani donne più o meno nude mosse secondo precise coreografie come su una scacchiera invisibile, è stata infatti contattata proprio dal direttore dell’Accademia.

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