Non poteva non mancare la stoccata giustizialista di Antonio Di Pietro contro Gianfranco Fini, ormai abbandonato da tutti. “Le spiegazioni di Fini sono tardive e anche insufficienti. Se le stesse cose le avesse dette il primo giorno avrebbe evitato una brutta figura e un mese di gogna mediatica. Allora magari erano sufficienti. Ma oggi non possono certo bastare ". Il capo dell’Italia dei Valori lo afferma in un’intervista al Resto del Carlino. "Credo nella sua buona fede, credo che la ricostruzione sia plausibile, ma proprio per questo è necessario che Fini chiuda il cerchio: è impensabile che ancora oggi dica di non sapere chi è l’italianissimo proprietario di quella società schermo che ha acquistato l’immobile”. E se anche non sapeva, “ammettiamolo pure, se anche è stato raggirato, e può capitare, una volta che la vicenda è finita sui giornali e Berlusconi che l’ha usata per attaccarlo, di certo Fini avrà chiamato la compagna e il cognato e avrà preteso di sapere subito chi c'è dietro quella società. Lo deve dire pure a noi". Quanto a eventuali responsabilità penali, Di Pietro osserva: "Da ex pm direi che da un punto di vista penale non c'è niente. Certo in ipotesi c'è da valutare se quello nel contratto è il prezzo effettivamente pagato dalla finanziaria, perché se fosse stato incassato un prezzo più alto senza poi denunciarlo nel bilancio di An si potrebbe far scattare l’ipotesi di finanziamento illecito". Elezioni o intesa sulla legge elettorale – Antonio Di Pietro interviene anche sullo stallo istituzionale e sulle ipotesi politiche successive. "E' inutile perdere tempo. E’ in atto una gravissima crisi che investe il Paese sul piano economico, istituzionale e politico, con lo sfaldamento di una maggioranza i cui componenti ormai giocano allo sfascio, rinfacciandosi vicende scabrose di cui sono protagonisti. Noi dell’Italia dei Valori ci battiamo affinché si vada al più presto alle urne, anche in autunno, e siamo disposti ad allearci perfino con il diavolo pur di ridare al Paese una speranza per il futuro". Però, per la prima volta Di Pietro apre anche a un governo di responsabilità. "Siamo anche disponibili - conclude - semmai ciò fosse possibile, a lavorare affinché il Parlamento dia al Paese una nuova legge elettorale e una legge che garantisca realmente il pluralismo e la correttezza dell’informazione. Ma, in questo caso, vogliamo dal Presidente del Repubblica una data certa e un mandato chiaro per evitare che, come al solito, un governo tecnico di emergenza divenga governo di lunga durata, pur non avendo alcun consenso elettorale".