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Martire Santoro in crisi tra calo d'ascolti e invidia di Saviano

"Annozero" non è più quello di una volta: ultima puntata battuta da Bonolis. E la sindrome da "Vieni via con me" si fa sentire. Commento di Francesco Borgonovo
di Giulio Bucchi domenica 28 novembre 2010

3' di lettura

Non è più l’Annozero di una volta, quello che massacrava i concorrenti e volava altissimo negli ascolti, oltre il 20% di share. L’ultima puntata del processo condotto da Michele Santoro giovedì sera è arrivata al 19,9%, con 5 milioni di spettatori. Cifre notevoli, ovvio, ma in calo rispetto ai record della scorsa stagione, quando in prima serata veniva sbattuta Patrizia D’Addario. Adesso Michelone nostro si fa surclassare da “Chi ha incastrato Peter Pan?” e non è più al centro della scena. Sarà anche vero che il tema mafia - al quale era interamente dedicata la trasmissione – non è solitamente una calamita per il pubblico. Ma quello che al conduttore con i ricci manca negli ultimi tempi è il consueto “effetto Santoro”. Finché Annozero è stato nell’occhio del ciclone, finché il direttore generale della Rai Mauro Masi si occupava solo di quello, finché c’era da lagnarsi per i contratti di Vauro e Marco Travaglio, da organizzare le manifestazioni di piazza, Santoro beneficiava di un’onda lunga di interesse tale da annichilire tutti i concorrenti. Gli spettatori, leggendo i giornali, percepivano la tensione   e non vedevano l’ora – per i motivi più diversi, dall’ideologia alla semplice curiosità – di sapere che avrebbe detto il telepredicatore. Ora però è arrivato un martire catodico dotato di stimmate più profonde di quelle esibite da Michelone. Stiamo parlando di Roberto Saviano, che ogni giorno compare sulle prime pagine  vuoi perché fa rimbalzare i suoi monologhi a “Vieni via con me” sul Repubblica, vuoi perché gli piovono richieste di replica da ogni parte. E’ da lui che il ministro Maroni vuole andare per ribattere ai monologhi stantii sulla ‘ndrangheta che interloquisce con la Lega. E’ a lui che i famigliari dei malati chiedono di poter esprimere le proprie ragioni contro l’eutanasia. Santoro è stato messo da parte. Risultato: “Vieni via con me” abbatte il muro del 30% di share e “Annozero” va a rimorchio. La corona di spine, attualmente, è salda sulla crapa pelata del romanziere. Ne sa qualcosa il sociologo Alessandro Dal Lago, storica firma di sinistra sulle colonne del Manifesto, uno che dalle parti progressiste era noto e stimato. Finché non si è permesso di scrivere un pamphlet moderatamente critico verso Saviano, intitolato Eroi di carta e pubblicato da Manifestolibri. In questi giorni torna in libreria con una nuova edizione che contiene una postilla tagliente, nella quale il professore spiega come sia stato attaccato – da sinistra – per aver osato porre qualche obiezione all’opera di San Roberto. Oltre ad aver ricevuto mail di insulti o di generica indignazione  è stato messo alla gogna dai vari maestrini alla Adriano Sofri. E poi Paolo Flores D’Arcais, «il quale non solo non ha letto Eroi di carta, ma ha invitato il pubblico a non leggerlo», e poi altri e altri ancora. Commenta Dal Lago: «Nelle esternazioni di Flores, Sofri ecc. la parola ricorrente è dissacrazione. Come ha argutamente detto un altro critico letterario estemporaneo, il senatore Violante, io, in quanto autore dell’infame libello, apparterrei alla sinistra iconoclasta, cioè dissacrante. Se ne deve dedurre che esiste un’altra sinistra (…) quella buona, giusta, corretta ecc, che invece ha come punto fermo la sacralità di alcune figure o icone, tra cui spicca, ovviamente, Saviano. E dunque non siamo lontani dalla verità se definiamo pretesca o sacerdotale quella sinistra dell’indignazione». Ovviamente, sono sacerdoti dell’ordine di San Roberto. Sono «alla perpetua ricerca di guide morali (ieri Borrelli e Di Pietro, poi Santoro e Travaglio, e inevitabilmente, sopra tutti, Saviano)». In quest’analisi di Dal Lago c’è tutto il senso dell’effetto Saviano. Il martirologio  lo ha trasformato in un eroe civile, un vero leader che potrebbe opporsi a Berlusconi. Anche se l’unico effetto ottenuto finora da Robertino è quello di aver fatto le scarpe al precedente caporione della sinistra, ovvero Santoro. Lo avevamo scritto, settimane fa: occhio Michele, che il tuo amico scrittore ti ruba la poltrona. E’ successo. Dicono che lunedì a “Vieni via con me” dovrebbe essere ospite proprio Santoro. Vedremo se andrà. In ogni caso, l’invito sa molto di tributo a un leader del passato. Un saluto a chi ha creato un modello (quello del “bavaglio”) di cui ora beneficiano altri. di Francesco Borgonovo

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