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Strage di Viareggio, tra i 38 indagati c'è anche l'ad di Fs, Mauro Moretti

Svolta nell'inchiesta sul disastro ferroviario. La perizia: i picchetti la causa del dramma
di Andrea Tempestini domenica 19 dicembre 2010

3' di lettura

Arriva la prima vera svolto nell'inchiesta sulla strage ferroviaria di Viareggio, che il 29 giugno del 2009 ha provocato la morte di 32 persone. Arrivano i rinvii a giudizio. Sale a 38 il numero degli indagati dalla procura di Lucca. In questo momento sono in corso di notifica da parte della procura gli avvisi di richiesta di incidente probatorio. Destinatari di questi avvisi anche 8 enti, per violazione del decreto sulla responsabilità amministrativa. MORETTI TRA GLI INDAGATI - Tra gli indagati figura anche la catena di comando delle Ferrovie dello Stato, e il nome che spicca è quello di Mauro Moretti, l'amministratore delegato del gruppo. Fra i reati contestati per l'esplosione alla stazione, il disastro ferroviario, l'omicidio colposo, le lesioni e l'incendio colpose, oltre alla violazione delle norme antinfortunistiche. Intervistato da SkyTg24, Moretti ha dichiarato: "Sono tranquillo, è giusto che la magistratura faccia tutti gli accertamenti necessari per appurare quanto avvenuto". LA PERIZIA - Stando a quanto ricostruito dai tecnici della procura, la responsabilità di quanto è accaduto quella notte sarebbe da attribuire alla Rete Ferroviaria italiana (Rfi, controllata dal Gruppo Fs, e di cui moretti è stato ad fino al 2006). La Rfi non avrebbe provveduto a rimuovere i picchetti che tracciano le curve, ritenuti pericolosi. Attualmente l'amministratore delegato di Rfi è l'ingegner Michele Mario Elia, subentrato proprio a Moretti quattro anni fa. L'IPOTESI INVESTIGATIVA - Secondo quanto trapela, la procura sarebbe arrivata alla conclusione che non sia stato fatto tutto il necessario per mettere in sicurezza la rete di circolazione ferroviaria. In particolare un punto sarebbe stato messo a fuoco dagli investigatori: una vecchia disposizione interna scritta e protocollata dalla direzione tecnica di Rfi in cui si indicava che i picchetti sarebbero stati eliminati. Cosa mai avvenuta, se non sulle linee ad alta velocità. I magistrati sono convinti che sia stato proprio un picchetto a squarciare la cisterna da cui è fuorisciuto il gpl che ha causato il disastro. LE REAZIONI DEI FAMILIARI - "È quello che volevamo e lo abbiamo avuto". Questo il commento di Daniela Rombi dell’associazione Il Mondo che vorrei, che riunisce tutti i familiari delle vittime e madre di una di loro, Emanuela Menichetti, che aveva 21 anni. "Chiedo anche", ha continuato,  "che sia revocato a Moretti il cavalierato che gli era stato tributato dal capo dello Stato. Mi sentivo dentro che qualcosa, prima di Natale, sarebbe accaduto. Ora, però, bisogna andare avanti con le indagini dedicandovi il massimo impegno, perchè la tragedia che abbiamo subito è grossa".  Anche Riccardo Antonini, dell’ associazione 29 giugno, ha espresso soddisfazione per i provvedimenti presi dalla Procura, ma anche lui ha osservato che "questo deve essere solo l’inizio perchè la strada prima di arrivare in fondo è lunga. Ci aspettiamo serenamente a questo punto che il lungo lavoro da parte degli inquirenti vada avanti e che porti i frutti che tutti noi auspichiamo: e cioè che paghino i colpevoli di questa strage che è costata la vita a 32 innocenti". IL SINDACO DI VIAREGGIO -  "Esprimo profonda soddisfazione, anche a nome di tutta la comunità", ha dichiarato il sindaco Luca Lunardini, "per l’esito delle indagini fino ad oggi compiute da parte della procura con la quale sono stato sempre in contatto.

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