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Obama: La guerra in Iraq è finita

A fine agosto si completa il ritiro delle truppe. "Ho giurato di porre fine alla guerra in modo responsabile", dice il presidente. Confermato l'impegno in Afghanistan
di Paolo Franzoso domenica 8 agosto 2010

2' di lettura

Le promesse si mantengono. “Le forze combattenti statunitensi lasceranno l’Iraq alla fine del mese, come promesso e conformemente alle previsioni nei tempi stabiliti”. Barack Obama sceglie la platea più azzeccata per annunciare il ritiro dei militari dall’Iraq, il congresso di ex combattenti resi invalidi dalla guerra, ad Atlanta, in Georgia. Poco importa che il Paese non sia pacificato e la violenza sia in aumento nell’ultimo periodo. “Quando ero candidato alla presidenza, ho giurato di porre fine alla guerra in modo responsabile e dopo aver assunto l’incarico ho pianificato la nuova strategia per la transizione”, indica il presidente americano e indietro non si torna. “Sono stato chiaro”, afferma Obama, ed entro il 31 agosto gli Stati Uniti ritireranno la maggior parte delle truppe lasciando 50 mila soldati fino alla fine del 2011 a svolgere funzioni di addestramento e sostegno ai militari iracheni. Dall’insediamento del senatore dell’Illinois, già 90 mila soldati sono rientrati a casa, ora toccherà a tutti gli altri. “L’impegno americano in Iraq sta cambiando”, spiega l’inquilino della Casa Bianca, “da uno militare a uno civile guidato dai nostri diplomatici. Guerra giusta in Afghanistan – Mr President parla anche dell’altro conflitto nel quale è inguaiato il paese. "Stiamo affrontando enormi problemi in Afghanistan. Ma è importante che il popolo americano sappia che stiamo facendo progressi e che siamo concentrati sugli obiettivi, che sono chiari e raggiungibili". Obama non dimentica che “è in Afghanistan che Al Qaida ha complottato e pianificato l’omicidio di 3.000 innocenti l’11 settembre. E’ in Afghanistan e nelle regioni tribali del Pakistan che i terroristi hanno lanciato altri attacchi verso di noi e verso i nostri alleati. Se l’Afghanistan fosse inghiottito da una larga rivolta, Al Qaida e i suoi affiliati potrebbero avere uno spazio ancora maggiore per pianificare il prossimo attacco. Come presidente degli Stati Uniti mi rifiuto di farlo accadere". Insomma, in Afghanistan Bush incominciò una guerra giusta che merita di essere portata al termine. Gli  iracheni, invece, dovranno proseguire da soli.

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