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Gli Usa rischiano una Pearl Harbour elettronica

E' l'ex consigliere anti terrorismo dell'era Clinton a lanciare l'allarme. "Un attacco informatico paragonabile a un'esplosione nucleare"
di Michela Ravalico sabato 8 maggio 2010

1' di lettura

Gli Stati Uniti devono prepararsi a un attacco informatico di larga scala che potrebbe causare centinaia di migliaia di morti e mettere in ginocchio il Paese in meno di 15 minuti. A lanciare l'inquietante l’allarme è l'ex consigliere dell'anti-terrorismo del presidente Bill Clinton, Richard A. Clarke. L'esperto teme che le falle nel sistema informatico statunitense possano portare a una "Pearl Harbor elettronica". Proprio Clarke, nel gennaio del 2001, otto mesi prima degli attentati dell'11 settembre, inviò una nota all'allora segretario di Stato, Condoleezza Rice, mettendola in guardia sulle potenzialità di al Qaeda e suggerendo di prendere maggiori precauzioni. Pearl Harbour elettronica - Lo scenario immaginabile è apocalittico. Secondo Clarke il primo computer a essere preso di mira dai cyber-terroristi potrebbe essere all'interno del Pentagono e da lì l'attacco potrebbe propagarsi rapidamente e arrivare alle raffinerie di Philadelphia e Houston, al traffico aereo, alle metropolitane di New York, Washington e Los Angeles. Un attacco che, secondo l'ex consigliere di Clinton potrebbe essere paragonato a un'esplosione nucleare.

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