Che fine ha fatto la Legge del 2%? Quella pensata dal legislatore nel 1949, in un’Italia lacerata dalla guerra ma animata da una profonda sete di rinascita civile, che prevedeva di destinare il 2% dei fondi per le opere pubbliche all’arte? Quella legge che fu un atto di visione e coraggio, che voleva legare in modo indissolubile giustizia e bellezza, edifici e senso civico, pietra e spirito, che doveva diventare strumento di riscatto morale e collettivo? È da quella intuizione dimenticata che il 23 maggio, in occasione della Giornata della Legalità, Messina ospiterà “DueXCento: l’arte che fa crescere il territorio. Legislazioni, amministrazioni e giurisdizione a confronto”, un Convegno che vede in prima linea l’Università di Messina con il Dipartimento di eccellenza di Diritto e l’Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, su un’idea dell’Associazione Le Gemme – I segni di Venere e dall’Associazione di studi giuridici “Eolo Cogliani”.
Un appuntamento che vede interessati giuristi di altissimo profilo quali Maria Alessandra Sandulli e Francesco Saverio Marini, giudici della Corte Costituzionale, Ermanno de Francisco, Presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, Solveig Cogliani, consigliera del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, Giovanni Ardizzone, Consigliere di Stato e docenti universitari come Giuseppina Mari, dell’Università Federico II di Napoli, Giacomo D’Amico e Francesco Astone, dell’Università di Messina, Sabrina Tranquilli dell’Università Napoli Parthenope. Non solo un’occasione di riflessione giuridica ma anche un momento di forte impegno civile contro le mafie, nel segno della bellezza, dell’arte e della cultura come strumenti di costruzione del bene comune.
La scelta della data non è casuale: il 23 maggio è per tutti noi la Giornata della Legalità, memoria viva della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e la loro scorta. Il convegno vuole essere una celebrazione attiva e coraggiosa della legalità, che si costruisce ogni giorno attraverso l’applicazione delle leggi, la cura del paesaggio, la tutela del patrimonio e la promozione della cultura del rispetto del territorio. La legalità si celebra praticandola e questo convegno lo fa mettendo a confronto giuristi, amministratori, architetti, studiosi e operatori del territorio, in un dialogo interistituzionale volto a valorizzare il ruolo del diritto e delle istituzioni nel contrasto alla criminalità e nella promozione di una crescita armoniosa e sostenibile. Orazio Miloro, presidente del Teatro Vittorio Emanuele, che ospita l’iniziativa: “Ospitare questo convegno significa restituire al Teatro il suo ruolo di luogo pubblico di cultura e impegno civile. In una giornata come il 23 maggio, riaffermiamo che la legalità si costruisce anche attraverso la bellezza e il confronto.”
Giacomo D’Amico, Ordinario di diritto Costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina: “Il diritto all’arte è parte integrante della dignità umana. Non è un ornamento, ma un elemento essenziale della cittadinanza democratica. Promuovere l’arte negli spazi pubblici significa riconoscere a tutti l’accesso alla bellezza come forma di partecipazione, educazione e libertà.” Maria Giambruno La Porta, responsabile del progetto I Segni di Venere: “Abbiamo voluto questo convegno proprio il 23 maggio, perché abbiamo scelto di operare nel solco della legalità praticata e non celebrata con retorica. Legalità significa rigenerare i territori, rispettarli, promuovere consapevolezza collettiva. La legalità non è solo norma, ma anche nutrimento culturale, non è un lusso ma un diritto e una responsabilità pubblica. Far dialogare diritto, arte, amministrazione e giustizia è un atto eversivo e necessario, oggi più che mai.”
Esper Tedeschi, presidente dell’Associazione di studi giuridici Eolo Cogliani, aggiunge:“Il diritto non può restare chiuso nei codici, così come la legalità non può ridursi a un’espressione astratta. Abbiamo voluto riportarla nei luoghi simbolo della cultura, per dire che la giustizia vive dove si coltiva pensiero, creatività, appartenenza. Ricordare la legge del 2% è un modo per riaccendere un dibattito su cosa significhi costruire luoghi pubblici che parlino anche alla coscienza, che ispirino rispetto e cittadinanza.” In un tempo segnato da sfiducia e disgregazione, la bellezza diventa un presidio etico, un atto di resistenza. L’arte pubblica, la qualità degli spazi, la memoria del paesaggio sono strumenti vivi per contrastare l’indifferenza e riaffermare una cultura della legalità che non teme di mostrarsi, di coinvolgere, di educare. Il convegno dueXcento vuole essere, quindi un laboratorio di pensiero e di azione, in cui giuristi, studiosi, amministratori e artisti tornano a immaginare una Sicilia che rinasce non solo per contrasto, ma per bellezza: una terra che non dimentica, e che sceglie di ricominciare ogni giorno dalla cultura e dalla giustizia. La giornata è accreditata dagli Ordini professionali degli Architetti e degli Avvocati di Messina e dà diritto a crediti formativi, previa iscrizione attraverso le relative piattaforme