“Confermando il divieto di accesso alla Procreazione medicalmente assistita per le donne single, già previsto dalla legge 40 del 2004, la Corte costituzionale perde una buona occasione non solo per eliminare una inaccettabile discriminazione, ma anche per modernizzare una norma legislativa che ha ormai più di vent’anni e non rispecchia le esigenze attuali della società”. Così Ermanno Greco, Presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), commenta la sentenza della Corte costituzionale che ha respinto la richiesta di incostituzionalità dell’articolo 5 della legge 40/2004 sulla Pma, che era stata sollevata dal Tribunale di Firenze nel procedimento legale avviato da Evita, una donna di 40 anni di Torino, alla quale era stato negato l’accesso alla Pma. Secondo la Consulta “non è irragionevole né sproporzionata la legge che non consente alla donna singola di accedere alla procreazione medicalmente assistita (Pma)". In sostanza, la fecondazione assistita continuerà a essere vietata alle donne che vivono da sole, e permessa solo a quelle stabilmente conviventi o sposate.
“È una sconfitta per la società civile - osserva Greco - considerato, tra l’altro, che la Corte costituzionale con le sue sentenze nel corso degli anni ha sostanzialmente mutato l’impianto originale della legge 40. Ma non abbastanza per tutelare anche i diritti delle donne separate, o il cui partner è deceduto, che continueranno a non poter accedere in Italia ai centri pubblici e privati per affrontare programmi di Pma”. Secondo Greco “bisogna, tuttavia, guardare al futuro e rendersi conto che sono urgenti aggiornamenti normativi costati nel tempo. In questa prospettiva, la stessa Consulta, indicando che ‘non sussistono ostacoli costituzionali a una eventuale estensione, da parte del legislatore, dell'accesso alla Pma anche a nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, e nello specifico alla famiglia monoparentale’, apre comunque alla possibilità di arrivare a garantire questo diritto anche alle donne single e si tratta di un’apertura importante e che auspichiamo trovi presto riscontri concreti sul fronte legislativo”.
“Non va infine dimenticato - conclude Greco - che occorre, inoltre, adeguare la legge 40 anche in base all’evoluzione tecnologica, in particolare all’uso dell’Intelligenza Artificiale e alle sue molteplici applicazioni, alla diagnosi genetica preimpianto sull’embrione e alle tecniche di preservazione della fertilità, altro tema di enorme interesse e attualità, in una società, come quella italiana, caratterizzata da un inverno demografico preoccupante” conclude.