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Da "sveglia Europa" a "Ue assopita": l'appello di Elvio Silvagni

martedì 5 agosto 2025

2' di lettura

Da venerdì 1 agosto Elvio Silvagni, imprenditore calzaturiero a capo del gruppo Silver1 che comprende Valleverde, Rafting Goldstar e Biomodex, ha lanciato una nuova campagna che sarà pianificata per tutto il mese sui più importanti quotidiani italiani. Dopo le manchette “Sveglia Europa” pianificate per mesi per stimolare l’Europa a creare politiche di sostegno al sistema moda, arriva quella “UE ASSOPITA”. È un grido per spronare l’Europa a svegliarsi e sostenere aziende sempre più in difficoltà, ancor più con i nuovi dazi imposti da Trump. Afferma Elvio Silvagni: “Il mondo globalizzato è finito, anche noi Europei dobbiamo mettere dei dazi verso le nazioni che ci fanno concorrenza sleale. Bisogna riequilibrare la bilancia dei pagamenti nei settori dove ci stanno “invadendo” con prodotti di scarsa qualità, utilizzando manodopera a basso costo, materie prime molto economiche e con le spese energetiche molto più basse. Il sogno sarebbe un’Europa veramente unita, con un solo Parlamento: via tutti i parlamenti delle varie nazioni. Serve un Parlamento Europeo che possa legiferare urgentemente e velocemente. Non si può più aspettare, ci vuole un cambiamento radicale dell’Europa”.

Da questa sua campagna, che porta avanti ormai da mesi, è nata anche una linea di calzature, che ha come nome proprio Sveglia Europa e come simbolo la sveglia con le stelle gialle dei paesi europei al posto delle ore: è un invito a “comprare europeo, in un momento in cui la situazione è molto complicata, con l’Europa al centro di una tempesta perfetta – continua Silvagni - abbiamo una guerra tra la Russia e l’Ucraina che blocca i commerci verso l’Europa dell’Est. Una guerra in Medio Oriente che blocca il commercio delle navi nel Mar Rosso e nel Canale di Suez. In questo momento la crescita del Pil Europeo è pari a zero, inoltre la svalutazione del dollaro e di conseguenza di tante monete di nazioni extraeuropee, ha aggravato ancora di più la competitività dei nostri prodotti. I ceti meno abbienti sono al limite della sopravvivenza, si sono ridotti i consumi e si vogliono prodotti sempre più economici che verranno sempre più dall’Oriente, mettendo ancora più in crisi le nostre aziende produttive”. Silvagni chiede politiche più innovative e dirompenti: “C’è chi ci chiede di aprire ancora di più all’Estremo Oriente, alla Cina, ma ora tutti i negozi sono già pieni di prodotti provenienti dall’Estremo Oriente. Ma i governi non se ne sono ancora accorti. Si può bloccare questa invasione mettendo dei dazi sui prodotti, dando più lavoro alle nostre aziende e poter permettere di aumentare gli stipendi ai dipendenti. La politica invita gli imprenditori a cercare nuovi mercati, come se gli imprenditori fossero degli incapaci: in realtà da decenni esplorano tutto il mondo, soprattutto le nazioni che hanno un potere economico che possa consentire di acquistare i prodotti Europei”.

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