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Una finestra sul mistero: il giallo di Aurora Maniscalco

mercoledì 6 agosto 2025

4' di lettura

Alcune dichiarazioni contrastanti, il ritardo nell’avvisare i familiari, le liti frequenti, un aborto avvenuto appena un mese prima della tragedia, indagini in Austria archiviate in maniera troppo frettolosa e senza rilievi particolari. Sono tanti gli interrogativi che lasciano spazio a numerose interpretazioni sul caso della morte di Aurora Maniscalco, ragazza siciliana non ancora venticinquenne, precipitata dalla finestra dell'appartamento di Vienna dove conviveva con il fidanzato Elio Bargione, 27enne palermitano, la notte tra il 21 e il 22 giugno scorsi.

Il programma Incidente Probatorio – Cronache d’estate, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, è tornato a occuparsi del caso, a pochi giorni dal funerale della ragazza e in seguito alla riapertura dell’inchiesta in Italia, che ipotizza – come atto dovuto – il reato di istigazione al suicidio. In Austria, invece, l’inchiesta è stata subito archiviata come suicidio, senza che venissero effettuati rilievi né l’autopsia sulla salma di Aurora.

“Spero che la giustizia faccia il suo corso – ha detto Francesco Paolo Maniscalco, papà di Aurora, dopo il funerale – per avere la verità per Aurora, affinché possa riposare in pace. Lei era una ragazza piena di vita. Passano tante cose per la testa, però penso che le autorità preposte debbano appurare la verità di quello che è successo. Tante cose non tornano: non sono state fatte le indagini, il racconto di questo ragazzo non è chiaro, perché ha cambiato due volte versione dei fatti. Il telefono non è stato consegnato alle autorità, ma lo teneva il ragazzo: quando sono arrivato a Vienna, ho trovato lui giù con il telefonino di Aurora in mano. Non hanno sequestrato né l’immobile né niente, e per noi genitori è inspiegabile, per un evento del genere, la superficialità che hanno usato nei riguardi di mia figlia. Il ragazzo doveva essere fermato, interrogato, sottoposto a rilievi, andava sequestrato l’immobile per appurare la verità. Invece – ha ribadito il papà di Aurora – restano tanti interrogativi ed è difficilissimo per noi famiglia dire sì, Aurora ha fatto questo gesto, basta, tutti a casa. Come si fa ad accettare una cosa del genere? Aurora era piena di vita, voleva vivere.”

I dettagli che non tornano sono molteplici e fanno sospettare che la morte di Aurora possa non essere un suicidio: lei aveva avuto un aborto nel maggio precedente mentre era a Palermo e il certificato medico parla di un’aggressione subita. Gli stessi vicini di casa della coppia in Austria hanno riferito di frequenti liti con spostamento di mobili e lancio di sedie. Inoltre, Elio avrebbe dichiarato agli investigatori che Aurora si sarebbe lanciata dalla finestra prendendo la rincorsa durante una lite e dopo una colluttazione. Aurora aveva anche confidato di voler lasciare il lavoro a Vienna per trasferirsi a Praga.

Un elemento che ha insospettito ulteriormente i genitori della ragazza è il messaggio ricevuto per avvisarli, inviato dal cellulare di Aurora circa 7-10 ore dopo i fatti, ma scritto da Elio, che li avrebbe chiamati solo successivamente. Tutti questi sospetti e anomalie, sommati a quella che appariva come una “relazione tossica” verso la fine della convivenza, fanno propendere per tesi che escluderebbero un gesto estremo da parte di Aurora.

“A me sembra di trovarsi davanti all’ennesima farsa dell’istigazione al suicidio – ha dichiarato il giornalista e scrittore Mauro Valentini – c’è un pregresso importante, lei voleva lasciare quel luogo tossico, e questa cosa ha creato tensioni che hanno portato a una sola soluzione. Come al solito siamo di fronte all’ennesimo caso archiviato rapidamente, sempre dall’estero.”

“La violenza psicologica e fisica può lasciare una cicatrice profonda – ha spiegato la psicologa e criminologa Mary Petrillo – se questi comportamenti andavano avanti da tempo, potrebbero aver portato anche a un gesto estremo. Però bisogna aspettare i risultati dell’autopsia e sarebbe importante reperire le foto dell’interno dell’appartamento, in modo da poter risalire a qualcosa di più concreto. Con gli elementi emersi finora, tutto sembra portare verso la strada del femminicidio.” Per l’avvocato Roberta Gentileschi “il pm austriaco avrebbe dovuto già autorizzare l’autopsia, invece, nonostante la richiesta del medico legale, è stata negata”.

Secondo Laura Volpini, psicologa giuridica e criminologa, “questo è un classico caso di morte equivoca, che sembra un suicidio ma potrebbe essere un omicidio. Dopo l’aborto in seguito a un’aggressione e la decisione di cambiare lavoro e città, potrebbe esserci stato un conflitto interno alla coppia su questo tema. Il problema principale è la mancanza di rilievi scientifici. Per capire se è stata sollevata e favorita nella caduta oppure se si sia effettivamente lanciata, bisognerebbe fare una simulazione con dei manichini, perché non è facile comprenderlo solo dalle lesioni riportate. Colpisce che ci siano stati altri casi di ragazze italiane volate dalla finestra in altri Paesi, sempre chiusi come suicidio, senza ricostruzione del profilo psicologico. Aurora, inoltre, essendo hostess, era stata sottoposta a test psicodiagnostici. E chi sceglie di togliersi la vita, raramente lo fa davanti ad altri.”

Anche la psicoterapeuta e criminologa Virginia Ciaravolo ha sottolineato come “potremmo trovarci davanti all’ennesimo femminicidio. Trovo strano che il ragazzo e i familiari siano rimasti nell’appartamento. Aurora, scomparsa dai social, aveva rimosso anche la foto su WhatsApp, aveva subito un aborto dopo un’aggressione, viveva una relazione violenta: tutti gli elementi ci portano nella stessa direzione. Elio ha impiegato molto tempo per avvisare i genitori e lo ha fatto usando il cellulare di Aurora. Sarà l’autopsia a rivelare se ci sono segni di colluttazione e a dare una risposta più precisa.”


La puntata sul caso di Aurora Maniscalco è disponibile sulla piattaforma Cusanomediaplay.it

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