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TAORMINA, ARLIA MAESTRO DELLA FUSION TRIONFA CON VERDI E MORRICONE

di Daniele Priori giovedì 7 agosto 2025

3' di lettura

La passione del Maestro Filippo Arlia per la “fusion” culturale e di generi continua a esaltarsi sui palcoscenici estivi dei teatri di pietra dove, grazie alle nuove coraggiose  generazioni di musicisti dei quali il maestro calabrese, classe 1990, è orgoglioso alfiere, continuano a prendere forma spettacoli capaci di lasciare il pubblico a bocca aperta.

Spettacoli memorabili per bellezza e originalità che riescono m a tenere coerentemente insieme nel medesimo cartellone le mitiche trombe egizie dell’Aida e l’assolo di fiati che richiama nell’immediato quel capolavoro firmato da Sergio Leone che è Per un pugno di dollari, evergreen western musicato da Ennio Morricone.

I gesti possenti e gentili della direzione del maestro Arlia sono il geniale filo conduttore sottile e tutt’altro che forzato tra l’opera lirica (quest’anno di Verdi, lo scorso  di Puccini) e il nuovo omaggio a Morricone riproposto in maniera ancor più coinvolgente grazie alla voce del bravo tenore, Lorenzo Licitra sottolineata da immagini avvolgenti dei film che, anche grazie alle eterne melodie del grande Ennio, hanno fatto la storia del cinema. Serata che andrà di nuovo in scena al Teatro Antico di Taormina il prossimo 16 agosto.

Tutto accade, è accaduto - ormai già da due stagioni - e siamo convintissimi continuerà ad accadere in una Taormina che per l’occasione della serata verdiana si è lasciata addirittura baciare da un vento benevolo di struggente pietà che ha voluto come accarezzare la drammatica epopea della principessa etiope e del suo Radames tradito dal troppo amore.

È meraviglioso l’allestimento di questa Aida 2025 grazie alla regia di Salvo Dolce che ha sapientemente dosato l’utilizzo degli spazi sdoppiando il piano di scena unico dei teatri antichi di Siracusa, Tindari e Taormina, dove l’opera è stata proposta, in un “mondo di sopra” e “mondo di sotto” che è anche la sintesi perfetta, resa dai magnifici giochi di luce e dalle scenografie di Andrea

Santini e i contributi digitali di Michele Falasconi, grazie al progetto Music and Arts Empowerment finanziato dal Ministero dell'Università, compimento di un progetto originale di internazionalizzazione reso possibile grazie ai fondi del Pnrr.

Tutto il resto è musica grazie alla bacchetta di riconosciuto prestigio, alla guida dell’Orchestra Filarmonica della Calabria e del Coro Lirico Siciliano del Maestro Arlia con i suoni, ora ovattati, ora prorompenti e alle voci di un cast d’eccellenza: partire da Pumeza Matshikiza, soprano sudafricano dalla voce intensa e magnetica, che ha mirabilmente interpretato proprio il titolo di Aida. Annoverata tra gli astri del panorama musicale mondiale e definita da The Independent una tra le figure più autorevoli della scena lirica. Questo trittico di repliche siciliane dell’Aida è stato per la giovane soprano il debutto operistico in Italia.

Walter Fraccaro, tenore verdiano di lunga esperienza ha interpretato con autorevolezza il capitano delle guardie Radamès; Veronica Simeoni, tra i mezzosoprani italiani più affermati, era la principessa Amneris; il baritono Badral Chuluunbaatar si è calato nel personaggio di Amonasro, re e padre di Aida; il basso Sultonbek Abdurakhimov ha vestito i panni del gran sacerdote Ramfis, il basso Deyan Vatchkov quelli del Re d’Egitto, il tenore Federico Parisi è stato il messaggero e il soprano Leonora Ilieva la sacerdotessa.

Al termine l’emozione del pubblico ha sottolineato con convinzione la toccante e triplice invocazione alla pace della principessa Amneris tragica e sola protagonista rimasta nel mondo di sopra. Mentre amore e morte si congiungevano ancora una volta nell’oltretomba dove drammaticamente i sentimenti di Aida e di Radames hanno per l’ennesima volta trovato la loro eterna, silenziosa vittoria.

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