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Il caso Oglean: morire per strada da fantasma

giovedì 14 agosto 2025

4' di lettura

Massacrato di botte e lasciato morire sul marciapiede per una lite per futili motivi. È la triste storia di Marin Marcel Oglean, senzatetto 64enne di origini romene, morto lo scorso 3 luglio in seguito a una violenta aggressione per la quale è stato fermato un connazionale, Ion Stratulat, il 56enne con cui condivideva un alloggio di fortuna in una baracca alla periferia di Roma. Del caso di Oglean e dei tanti “invisibili” come lui si è occupato il programma Psiche Criminale, in onda sul canale 122 Fatti di Nera.

Tutto parte tra via Belmonte Castello e via Francesco Ferraioli, nel quartiere Villa De Santis di Roma, zona Centocelle, quando una telefonata di un passante allerta il 118. All’arrivo dei soccorsi, l’uomo era ancora vivo, anche se trovato in una pozza di sangue e privo di sensi, in condizioni disperate. Trasportato d’urgenza all’ospedale San Giovanni, è morto poco dopo il ricovero. Sul suo corpo i segni di un violento pestaggio che hanno provocato lesioni interne e un profondo trauma cranico. Oglean condivideva una baracca in viale Agosta con un connazionale e, proprio lì, poche ore prima, sarebbe avvenuta la violenta lite tra i due. Tra le ferite riportate, una profonda all’arcata sopraccigliare, la frattura al naso, costole rotte e una forte emorragia.

“Sono episodi che succedono tra le persone disagiate – ha detto Emiliano Fabbri, criminologo e psicologo – e quando litigano tra di loro nessuno interviene, per evitare difficoltà personali. Sono persone che vivono ai margini della società, in spazi urbani degradati, e Roma presenta un numero enorme di persone in condizioni estreme. Ci sono associazioni che palesano quotidianamente problematiche, perché sta diventando un problema grande, enorme, sempre più difficile da affrontare, soprattutto nelle grandi città. Non c’è personale per poter affrontare questa emergenza. Accogliamo, ma non siamo pronti a gestire questo enorme flusso di persone che arrivano da Paesi poveri. L’immigrazione aumenta e l’Italia non riesce a gestire e a regolarizzare chi arriva. Spesso si arrangiano come possono, commettono reati, vivono accampati in situazioni al limite della vivibilità. E ancora più spesso sono persone fragili, con vulnerabilità fisiche e psichiche particolari, che vivono in situazioni drammatiche e, a volte, diventano incontrollabili. Tra uso di droghe e alcool. Dopo un Tso, se un cittadino normale viene curato presso strutture adeguate, loro vengono abbandonati in strada, la situazione di crisi si può riaccendere, finché non precipita. Inoltre, spesso rifiutano le cure e fuggono per tornare nei luoghi in cui vivono, per evitare che vengano loro rubate quelle poche cose che per loro sono beni di prima necessità, come coperte e scarpe”.

Nel 2024, in Italia, 434 persone senza fissa dimora sono morte, un numero in aumento senza sosta dal 2020. Il 47% muore per eventi traumatici o accidentali, quali aggressioni, incidenti e suicidi. Roma è la città con il numero più alto di decessi: le vittime sono principalmente uomini (91%) e stranieri (61%), con un’età media di meno di 45 anni.

“In Italia ci sono almeno 50.000 senzatetto – ha spiegato Giuliano Ferrari, psicologo – e gli omicidi sono il 15%, numeri importanti. Spesso sono vittime il cui corpo non viene reclamato da nessuno, prive di una rete sociale, di cui nessuno parla. A Roma sono diversi i punti in cui realizzano rifugi improvvisati, come Villa Pamphili. Le istituzioni non se ne prendono cura, sono un po’ figli di nessuno. Tra loro, spesso si trovano risvolti psichiatrici importanti: si tratta di una popolazione che abita in strada e non si è integrata socialmente, con una chiara deviazione rispetto alla tipicità dell’essere umano. Gran parte sono cittadini in fuga dall’Est Europa e dall’Africa. Commettono in gran parte furti per necessità, di generi alimentari o alcolici, ma dove c’è un alto consumo di stupefacenti, i crimini diventano più efferati, con furti e rapine per l’acquisto di crack, eroina e altre droghe. Quello che preoccupa – ha sottolineato Ferrari – è il collegamento tra uso di droghe e disturbi psichiatrici. Il principio attivo della marijuana, il THC, slatentizza i disturbi psichiatrici e, abbassandosi notevolmente l’età dei consumatori delle cosiddette droghe leggere, si è abbassata anche l’età dei pazienti psichiatrici che, dai 40 anni, stanno scendendo sempre più verso i 18 anni. Quella che è considerata una droga leggera peggiora e accentua quei primi disturbi psichiatrici solitamente lievi”.

Per il professor Tommaso Spasari, docente di Medicina legale Unicusano, i senzatetto “sono i più fragili, quindi è anche più facile colpirli. Sempre più spesso sono vittime di aggressioni, non solo tra di loro, ma anche da parte di gruppi, di baby-gang, con vere e proprie spedizioni punitive da parte di ragazzi che vogliono solo compiere violenza. Nel caso di Oglean, è chiaro che è stato percosso con un corpo contundente o un oggetto di fortuna che aveva con sé l’aggressore, un oggetto pesante che gli ha provocato un trauma cranico di natura penetrante, grave, causando una frattura importante. Il consumo di alcol, che spessissimo registriamo tra i senzatetto, potenzia anche l’effetto delle droghe, per questo è sempre sconsigliato un uso simultaneo anche con i farmaci. L’alcol aumenta gli effetti sul sistema nervoso ed ha effetti collaterali anche sugli altri organi, in particolare sul cuore. Tutto ciò peggiora anche l’indole criminale di chi ne abusa. Le sostanze stupefacenti causano danni permanenti al sistema nervoso, peggiorando i disturbi già preesistenti perché vengono meno le capacità di autocontrollo, provocando sindromi para-psichiatriche, anche con allucinazioni. Purtroppo, queste persone non vengono sottoposte a screening medici regolari, soffrono spesso di patologie serie, anche psichiatriche, e in questi casi risulta difficile la gestione dei pazienti, che rifiutano le cure. Inoltre, il Tso non è il modo migliore per una eventuale cura a lungo termine”.

La puntata sul caso Oglean è disponibile sulla piattaforma streaming Cusanomediaplay.it.

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