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In Italia meno tradimenti e più stabilità: lo studio

martedì 4 novembre 2025

5' di lettura

Dopo anni di primato assoluto in Europa per tasso di infedeltà – arrivato al 45% nel 2022 – l’Italia del 2025 registra un calo dell’11% dei tradimenti. Sale invece la soddisfazione di coppia – sia emotiva che sessuale – soprattutto nella forma della convivenza. Il matrimonio, invece, perde terreno: la maggior parte degli italiani ritiene possibile avere una relazione duratura e significativa anche senza sposarsi. Sfiducia anche nell’online dating, sempre meno usato per trovare l’amore – ma solido terreno per incontri senza impegno e relazioni extraconiugali, soprattutto tra i 40enni.  

È quanto emerge dal nuovo Osservatorio Italiano sull’Infedeltà Gleeden 2025, realizzato da YouGov, società globale specializzata in ricerche di mercato e analisi dei dati, su un campione rappresentativo di oltre 1.500 persone tra i 18 e i 65 anni. L’Osservatorio sull’Infedeltà è un’iniziativa promossa dall’app di incontri extraconiugali Gleeden, che da quasi 10 anni collabora con i principali istituti di ricerca internazionali per analizzare i cambiamenti sociali – in Italia e nel mondo – in tema di relazioni, sessualità e infedeltà, monitorandone costantemente trend ed evoluzioni.  

“Italia romantica”: la relazione stabile torna al centro

Per 6 italiani su 10, la relazione stabile è l’obiettivo primario della vita sentimentale, un dato che sale al 64% tra i Gen Z (18–28 anni).  L’Italia si conferma un’eccezione nel panorama occidentale: i single italiani risultano meno felici e più desiderosi di trovare l’amore, in controtendenza rispetto a molti Paesi dove la vita da single è sinonimo di libertà e soddisfazione.

La relazione diventa un obiettivo di crescita personale in risposta a un momento di profonda instabilità e crisi. I giovani, quindi, sono più inclini alla ricerca dell’amore e si rivelano anche più conservatori rispetto alle generazioni precedenti:

• il 73% ritiene che l’amore esclusivo sia ancora possibile;
• quasi la metà (49%) considera la monogamia una condizione naturale. Si tratta di una svolta culturale rispetto agli anni precedenti (2019–2022), quando proprio le fasce più giovani erano quelle più aperte a relazioni fluide o non convenzionali.

Ritorno al reale: la sfiducia nell’online dating

La ricerca evidenzia un “dietrofront digitale”: il dating online viene percepito come poco affidabile, mentre torna la voglia di conoscersi dal vivo, tramite amici o passioni comuni. Solo 1 italiano su 10 trova l’amore online, mentre oltre il 60% preferisce incontri nati da cerchie sociali o interessi condivisi.  Il quadro si ribalta completamente quando si parla di relazioni brevi e senza impegno, o addirittura di incontri occasionali di una sola notte: in questi casi, l’online diventa il canale privilegiato. Il campione che cerca questo tipo di esperienza ricorre infatti soprattutto alle app di dating (57%) e ai social media (53%) per entrare in contatto con potenziali partner. Gli strumenti digitali restano inoltre il mezzo preferito anche da chi è alla ricerca di un’avventura extraconiugale (22%), soprattutto tra i 40enni.  

I tempi del rapporto

Ma quando una frequentazione diventa, di fatto, esclusiva e si trasforma in una vera relazione? Per molti italiani sesso e amore continuano a procedere di pari passo, e il primo rapporto sessuale rappresenta ancora, per una buona parte del campione, il momento in cui la conoscenza si ufficializza. Secondo i dati, per il 28% degli intervistati servono dai tre ai cinque appuntamenti per passare dalla frequentazione alla relazione stabile, mentre per altri (19%) ne occorrono da cinque a dieci, soprattutto tra i più giovani della Gen Z (35%). Interessante notare che le donne risultano meno rigide sul tema: la maggioranza (35%) dichiara infatti di non saper indicare un numero preciso di incontri. Anche il sesso sembra seguire la stessa tempistica: per molti, i tre-cinque appuntamenti rappresentano il momento in cui si consuma il primo rapporto (28%), confermando il legame tra intimità fisica e inizio della relazione.

Fedeltà = esclusività  

In Italia resta forte il paradigma della monogamia, soprattutto tra i più giovani. • Più dell’80% crede che sia possibile essere fedeli alla stessa persona per tutta la vita. Nei GenZ la percentuale sale all’88%.  

• Solo 1 su 3 trova accettabile frequentare più persone contemporaneamente, e appena 1 su 5 ritiene accettabile una relazione poliamorosa.

• Quasi meta del campione (49%) ritiene comunque possibile tradire una persona pur essendone innamorati – soprattutto i Millennials (29-44 anni, 54%) Per la maggioranza degli italiani, tuttavia, il tradimento non è mai accettabile: solo una piccola minoranza (circa il 14%) lo considera “comprensibile” in alcuni casi.

Tra questi, l’unica motivazione giustificata è l’amore. Una visione più conservatrice rispetto ai dati rilevati dall’Osservatorio nel 2022 e nel 2019, segno di un progressivo ritorno alla monogamia come valore naturale e desiderato.

Infedeltà e nuove morali

4 italiani su 10 ammettono di aver tradito almeno una volta, assestando il tasso d’infedeltà 2025 al 40% – 11% in meno rispetto al 2022 (era 45%) e 9% in meno rispetto al 2019 (era 44%). A tradire pochissimo sono soprattutto giovani della GenZ: solo il 23% ammette infatti di aver mai commesso un tradimento (era 34% nel 2022). Anche il tradimento femminile subisce un calo rispetto al passato passando dal 41% al 34% (-17%).  Il ritorno a una morale tradizionalista è confermato anche dall’aumento delle azioni considerate infedeli: a parte gli scontati “avere regolari rapporti sessuali” (94%), “avere rapporti orali” (93%) e “avere un rapporto sessuale occasionale” (90%) con una persona diversa dal partner – unanimemente considerati atti di infedeltà (anche se nel 2022 per 3 persone su 10 non lo erano!), nel 2025 per 9 persone su 10 diventa tradimento anche baciare qualcun altro (era 60% nel 2022), fare sexting alle spalle del partner (era 53% nel 2022) e flirtare apertamente con un altro/a (era 45% nel 2022) Chi tradisce nel 2025, tuttavia, non sembra provare reale pentimento: solo il 41% rimpiange il gesto, contro il 58% di non pentiti. Le ragioni principali del tradimento restano invariate: attrazione fisica (47%), mancanza di attenzioni (34%) e desiderio di novità (23%).

Focus AI: tra curiosità e diffidenza

Tra le novità emerse durante l’Osservatorio Infedeltà 2025 c’è anche il ruolo dell’intelligenza artificiale, che entra nel perimetro delle relazioni anche se con molte riserve: • Per l’89% degli italiani non è accettabile avere scambi di natura erotica con un’AI

• Tuttavia, il 30% si dichiara “possibilista” sull’idea che in futuro l’AI possa sostituire una relazione reale

• A sorpresa, sono i Boomers i meno scettici (68%), mentre la Gen Z è la generazione che fa più resistenza all’idea (74%)

• I GenZ sono però i pionieri del sesso 100% virtuale: il 40% è a suo agio ad avere rapporti intimi con l’intelligenza artificiale – siano essi personaggi pornografici virtuali, o programmi come ChatGPT.  • Il 23% delle donne considera un tradimento avere interazioni erotiche con un’AI, contro il 12% degli uomini.

• I single sono – a sorpresa – i più cauti e spaventati: solo 1 persona single su 10 ritiene accettabile avere scambi di natura romantica con ChatGPT.

Fine del mito del matrimonio

Il 70% degli italiani ritiene che il matrimonio sia sopravvalutato e che una relazione significativa possa durare anche senza vincoli legali. Solo 1 su 10 pensa che restare insieme 'per i figli' sia giusto, e tra questi sono gli uomini a sentirsi i più vincolati.

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