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Iolanda Apostolico, doppio ricorso del governo: nel mirino le sentenze

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Iolanda Apostolico provoca e il governo risponde. Come promesso, l'esecutivo ha avviato diversi ricorsi dopo che il giudice di Catania ha respinto il trattenimento di tre tunisini, stracciando dunque le norme approvate. A renderlo noto è Palazzo Chigi attraverso una nota nella quale si legge che l'Avvocatura Generale dello Stato ha proposto nella giornata di lunedì 23 ottobre distinti ricorsi per Cassazione. Al centro proprio i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale.

I ricorsi sottopongono ora alla Suprema Corte l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/UE. Quest'ultima, a differenza di quanto sostenuto nelle ordinanze, prevede procedure specifiche alla frontiera o in zone di transito, per decidere sulla ammissibilità della domanda di protezione internazionale, se il richiedente non ha documenti e proviene da un Paese sicuro; la stessa stabilisce alternativamente il trattenimento o il pagamento di una cauzione.

 

 

Motivo per cui non vi è ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano l’uno o l’altro. Non solo, perché la direttiva contempla la possibilità che il richiedente sia spostato in zona differente da quella di ingresso, se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta. Poi, in caso di provenienza del migrante da un Paese qualificato "sicuro", deve essere il richiedente a dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese invece non sia sicuro, senza improprie presunzioni da parte del giudice. Una notizia, quella dei ricorsi, non nuova. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva già preannunciato le mosse del governo: "Non do mai giudizi sommari sui provvedimenti giudiziari. Siamo profondamente convinti che quei provvedimenti siano legittimi e rispettosi della cornice giuridica nazionale e internazionale. È legittimo che qualcuno la possa pensare diversamente. Abbiamo annunciato che faremo l’impugnativa. Il processo democratico è così".

 

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