Quando si materializza il governo dei giudici? Il caso dell’Italia è esemplare perché dal 1992 - anno d’apertura dell’inchiesta Mani Pulite - il cortocircuito tra politica e giustizia non è mai stato riparato. Fin dall’inizio della legislatura era chiaro che le alte (e basse) magistrature, il mandarinato dell’amministrazione dello Stato, i poteri irresponsabili non sottoposti alla sanzione del voto popolare, si sarebbero mossi contro una maggioranza “anomala” rispetto al passato, un governo nato da una chiara vittoria nel voto del 2022, un ritorno al limpido funzionamento della democrazia dopo oltre 12 annidi esecutivi tecnici e papocchi di Palazzo.
Il governo Meloni ha chiuso un’era di traumi politici, la magistratura intende invece continuare a muoversi nello “stato d’eccezione”, ergersi al di sopra del Parlamento, del governo, de facto fuori dalla Costituzione. Si tratta appunto del fenomeno del “governo dei giudici” (titolo di un libro di Sabino Cassese di cui consiglio vivamente la lettura), una degenerazione del sistema istituzionale di cui l’Italia è un caso di scuola.
La sortita della Cassazione sulla sicurezza e l’immigrazione fa parte di questa trama, è innescata da una visione del mondo opposta a quella maggioranza parlamentare e di segno contrario rispetto alla storia. Mentre in Europa i controlli ai confini e le espulsioni vengono rafforzati, i tribunali italiani si muovono come un contro-potere che cerca di cancellare il programma della maggioranza in nome di un “diritto” e di un primato della legge che in realtà è un’interpretazione che piega e indirizza le norme secondo gli scopi politici della magistratura. Le valutazioni della Cassazione sono «legittime», afferma la prima presidente Margherita Cassano, ma nel diritto c’è sempre il rovescio e basta un’analisi delle fonti citate e degli orientamenti per vedere il pre-giudizio di un disegno politico.