"Incoerenza interna". Descrive così Stefano Ceccanti quanto accaduto a Giusi Bartolozzi. Il capo di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per false dichiarazioni rese al Tribunale dei ministri in merito al caso-Almasri. Un "trappolone", lo definisce il Foglio. E a servirlo è stato il Tribunale dei ministri, che ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere nei confronti di Nordio, del ministro dell'Interno Piantedosi e del sottosegretario Mantovano. Peccato però che non abbia fatto lo stesso con Bartolozzi, pur sottolineando il ruolo centrale ricoperto da quest’ultima.
Ecco allora che sono tanti i dubbi, e altrettanti i sospetti, dei costituzionalisti. Per Ceccanti, infatti, "l’autorizzazione parlamentare va richiesta per qualsiasi imputato laico, cioè non ministro, che ha commesso presunti reati in regia con i ministri". Tra questi soggetti rientra appunto Bartolozzi, che "viene descritta dai magistrati del Tribunale dei ministri come facente parte di un sistema. In alcuni passaggi la capo di gabinetto viene rappresentata come una figura che ha persino rivestito un ruolo più importante dello stesso ministro Nordio. Di conseguenza - prosegue l'ex parlamentare del Pd, il tribunale ha commesso un'incoerenza interna nel non avanzare la richiesta di autorizzazione anche per Bartolozzi".
Dello stesso parere Salvatore Curreri, costituzionalista e docente all’Università di Enna, secondo cui "è evidente che il Tribunale dei ministri per cercare di colpire solo Bartolozzi, prevedendo la richiesta di autorizzazione nei confronti degli altri tre, doveva separare il più possibile l’ipotesi di reato contestata alla capo di gabinetto". Anche per Curreri, dunque, il Tribunale dei ministri ha teso una trappola. L'obiettivo? Sottrarre Bartolozzi allo "scudo" parlamentare. E ora? Per Curreri "è prevedibile che la procura di Roma non chiederà al Parlamento l’autorizzazione a procedere nei confronti di Bartolozzi e si arriverà così a uno scontro istituzionale. A quel punto la capo di gabinetto potrebbe sollevare un’eccezione a difesa della sua posizione individuale nel corso del procedimento penale, oppure la Camera potrà sollevare un conflitto di attribuzione contro la procura per la mancata richiesta di autorizzazione a procedere".