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Garlasco, l'appunto trovato a casa dei genitori di Sempio. Ex procuratore e carabinieri sotto accusa

di Claudio Brigliadori venerdì 26 settembre 2025

4' di lettura

"Nella casa dei genitori di Andrea Sempio è stato ritrovato un appunto "Venditti archivia per...". E' una delle indiscrezioni provenienti dalla procura di Brescia, che ha ordinato il blitz dei carabinieri nelle abitazioni dei genitori e degli zii di Sempio, indagato con l'accusa di concorso in omicidio di Chiara Poggi, e soprattutto ha messo sotto inchiesta con l'accusa di corruzione in atti giudiziari l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti. Il magistrato è sospettato di aver ricevuto 20-30mila euro dalla famiglia Sempio per archiviare la prima indagine del 2017 sul ragazzo, amico d'infanzia di Marco Poggi, fratello di Chiara.

Si tratta di un nuovo terremoto giudiziario nella inchiesta infinita di Garlasco, che ha portato alla condanna in via definitiva a 16 anni di carcere per Alberto Stasi, l'allora fidanzato della 26enne ritrovata senza vita il 13 agosto del 2007 nella villetta di via Pascoli, dove viveva insieme alla famiglia. Secondo i pm di Brescia, "tra le intercettazioni omesse" nel corso della prima inchiesta su Sempio ci sarebbe "la frase del padre, 'pagare quello lì'". Il quadro che emerge è per certi versi sconvolgente. 

Sempio, la prima volta che venne indagato dalla Procura di Pavia per l'omicidio di Chiara Poggi, nel 2017, sarebbe stato "informato da qualcuno delle domande che gli sarebbero state rivolte". Lo evidenziano, apprende l'agenzia Adnkronos, la pm Claudia Moregola e il procuratore di Brescia Francesco Prete nel decreto con cui hanno disposto le perquisizioni di oggi, anticipate dai social del Tg 1, anche nelle case di due carabinieri in congedo, che 8 anni fa avevano partecipato all'inchiesta.

Nel decreto di perquisizione si fa riferimento all'intercettazione ambientale di una conversazione tra Sempio e suo padre Giuseppe, captata a bordo dell'auto dell'indagato il 9 febbraio 2017, il giorno prima dell'interrogatorio. "Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che...", dice il padre; "Sì lo so", risponde il figlio. "Massimo - prosegue Giuseppe Sempio - se ti infila dentro qualche domanda che non... dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni...". Padre e figlio vengono intercettati anche il giorno successivo, subito dopo l'interrogatorio. I due si confrontano su quanto dichiarato agli inquirenti, con la famosa espressione "ne ho cannata una", rispetto a una domanda su quando Sempio avesse ritrovato lo scontrino del parcheggio di Vigevano della mattina del 13 agosto 2007, quando venne uccisa Chiara. Dopodiché l'amico del fratello della vittima, indagato allora come oggi per l'omicidio, confrontandosi con il padre, osservava: "A parte che erano dalla nostra... perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano...".

Secondo i pm di Brescia nel 2017 l'allora procuratore aggiunto di Pavia Venditti, avrebbe ricevuto una somma di denaro per non indagare e poi chiedere l'archiviazione, come poi avvenne, su Sempio, indicato all'epoca in un esposto dei legali di Stasi come possibile autore alternativo dell'omicidio di Chiara. Sempre secondo le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della Guardia di finanza di Pavia la somma promessa o data dalla famiglia di Sempio sarebbe tra i 20 e i 30 mila. Una deduzione che si basa su un appunto a mano, sequestrato durante la perquisizione dello scorso 14 maggio, che avrebbe scritto Giuseppe Sempio, padre di Andrea, in cui sono riportate le parole "Venditti", "gip archivia" e "20-30" con il simbolo dell'euro. 

In generale, suggeriscono i pm bresciani, competenti per gli eventuali reati commessi dai magistrati del distretto di Corte d'Appello di Milano, quelle indagini su Sempio "sono state caratterizzate da una serie di anomalie". In particolare, evidenziano "l'omissione" da parte della polizia giudiziaria incaricata delle indagini della "trascrizione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali" e "alcuni contatti opachi" tra Sempio e i carabinieri in congedo Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, allora rispettivamente addetto e responsabile della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia.

Sapone avrebbe intrattenuto con la famiglia Sempio "dei contatti non relazionati"; mentre quelli di Spoto avrebbero avuto una "durata incongrua rispetto all'attività da svolgere". Tra le "anomalie" evidenziate nel decreto di perquisizione, eseguito oggi - come anticipato dai social del Tg 1 - da carabinieri e guardia di finanza, i pm di Brescia citano anche "la breve durata dell'interrogatorio di Andrea Sempio" e, come detto, la "verosimile conoscenza anticipata" da parte dei suoi familiari dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pm di Pavia. Nel decreto viene evidenziata la "formula tranchant" con cui si conclude l'annotazione d'indagine del 7 marzo 2017: "Completa assenza di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie a carico di Andrea Sempio". 

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