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Garlasco è il reality degli avvocati: il caso più mediatico di sempre

Dalle gaffe di Lovati ai "Veda, dottore" di De Rensis. E ci sono pure l'amica d'infanzia, la "pasionaria" e il decano
di Alessandro Dell'Orto sabato 11 ottobre 2025

4' di lettura

C’è l’anziano avvocato di provincia - un po’ buffo nei modi, imprevedibile e fantasioso, a tratti genio e a tratti ingenuo -, c’è la giovane e rampante amica d’infanzia dell’indagato con gli occhialoni alla moda e il post facile sui social, c’è l’esperto comunicatore- presenza magnetica, parlantina raffinata e modi eleganti - che lascia il segno in tv, c’è la sua collega pasionaria che ha dedicato la vita per difendere un cliente e, infine, c’è un legale che è la memoria storica del caso ed è conservatore, intransigente e ringhioso.

Sono loro, in questi ultimi mesi, i principali protagonisti dell’omicidio di Garlasco, la vicenda di cronaca nera (Chiara Poggi è stata uccisa il 13 agosto 2007 e per il suo femminicidio è stato condannato a 16 anni l’ex fidanzato Alberto Stasi, mentre ora nella nuova inchiesta è indagato, per concorso in omicidio, Andrea Sempio, amico del fratello della vittima) più mediatica della storia, quella che a qualsiasi ora del mattino, del pomeriggio o della notte - basta accendere la tv o navigare su internet- tisi ripropone, spesso confondendoti, attraverso dibattiti, interviste, scontri, pettegolezzi, novità urlate, novità smontate, falsi scoop. Una sorta di show, di reality in cui gli (involontari) attori sono proprio loro, gli avvocati che si occupano del caso, ormai diventati veri personaggi che, a turno, dividono spettatori e giornalisti ultrà.

Il più chiacchierato, in questi ultimi giorni, è Massimo Lovati, 73 anni, difensore di Andrea Sempio: è indagato a Milano per diffamazione aggravata per alcune dichiarazioni rese il 13 marzo scorso davanti alle telecamere (è stato denunciato dallo studio Giarda, cioè gli avvocati Enrico e Fabio che insieme al padre, il professore Angelo Giarda, hanno difeso Stasi per i primi otto anni), ha ricevuto una segnalazione al Consiglio distrettuale di disciplina da parte dell’Ordine degli avvocati di Pavia e rischia di essere sollevato dall’incarico (dopo il faccia a faccia di ieri, però, Sempio si è preso alcuni giorni per decidere se revocare il mandato). Sempre presente in tv con la sua inconfondibile erre arrotata, sempre spiazzante («Ho fatto un incubo, che nel Fruttolo c’è il dna di Sempio»), spesso sopra le righe («È un’indagine piena di trabocchetti, non ci si può fidare di niente»), ingestibile («Sempio? È un comunista. Un disadattato») e alternativo («Chiara Poggi fu uccisa perché a conoscenza di segreti indicibili su esorcismi e riti satanici nella zona del Pavese, però non posso provarlo. È un mio sogno»), in questi mesi è stato sfuggente, misterioso, dando spesso l’idea di mandare messaggi criptati. Fin quando, però, è inciampato nel peggiore dei modi, sgambettato da Corona, col quale si è lasciato andare (decisamente troppo) in un’intervista per “Falsissimo” («Mi ha tradito, ero convinto di fare un provino per una fiction... Poi mi ha chiesto di essere volgare e mi ha fatto bere», si è difeso) che ha fatto infuriare la Procura.

Questo scivolone ha ulteriormente innervosito Angela Taccia, 36 anni, l’altro difensore di Sempio. Lei, amica storica dell’indagato (ai tempi era la fidanzata di Alessandro Biasibetti, un altro del gruppo che ora è frate), è diventata la sua legale nel 2016 («All’epoca non ero ancora nemmeno laureata») e, look giovanile e occhialoni di tendenza, ha modi sempre gentili ed educati in tv, ma più aggressivi sui social: quando Andrea non si presentò davanti ai magistrati di Pavia, lo scorso 20 maggio, lei, sul suo profilo Instagram, scrisse «Guerra dura senza paura», «CPP we love you» (un riferimento al codice di procedura penale) e la frase «Lascia che l’oceano ti insegni che puoi essere sia calmo che caotico, gentile e forte». Un modo forse troppo moderno e audace per comunicare in ambito giuridico.

Chi, al contrario, è invece sempre distinto, inattaccabile e ossequioso, è l’altro grande protagonista televisivo di questa vicenda: l’avvocato Antonio De Rensis, 62 anni, difensore di Alberto Stasi, già famoso a livello sportivo (è tifoso del Milan e opinionista nei programmi di calcio) per aver rappresentato la famiglia Pantani e Antonio Conte. Sempre presente ad ogni trasmissione - come antagonista di Lovati- è l’esatto opposto del suo collega: elegante in abiti blu, preciso, documentato, educato al limite della presa in giro («Veda, dottore», «Dottore, come lei ben sa»), dice e non dice («Il 13 luglio del 2022 mi è accaduta una cosa che prima o poi racconterò») e spesso lascia solo intendere, ma arriva sempre a segno. Per questo, sui social, ha schiere di fan che lo seguono (tra le donne è nato un profilo “le bimbe di De Rensis”), lo interpretano, lo rilanciano. De Rensis, che è il volto mediatico della difesa di Stasi (è stato fondamentale per far partire la nuova indagine), quattro anni fa ha affiancato la collega Giada Bocellari, 40 anni, che non ama i riflettori ed è entrata in questa vicenda in punta di piedi quando era ancora praticante nello studio Giarda di Milano.

Da quel momento - era il 2014- lei ha investito tutta la sua vita («In questi annidi lavoro per ricostruire la vicenda di Garlasco ho rinunciato a tanto, sia a livello professionale che a livello personale») studiando a fondo ogni atto dei fascicoli per dimostrare l’estraneità di Alberto, con il quale ha un rapporto di assoluta e totale fiducia.

La memoria storica di questo caso sempre più ingarbugliato, invece, è l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, 59 anni, da 18 a fianco della famiglia di Chiara Poggi. Ha seguito le indagini fin dai primi giorni e in tutti i gradi di giudizio e, con i suoi consulenti (tra cui Marzio Capra e il cugino della vittima, Paolo Reale) è riuscito a dimostrare la colpevolezza di Stasi. Tizzoni - carattere forte e ruvido - è stato fin dal 2017 uno dei più strenui oppositori di qualsiasi tentativo di riapertura e, per le sue critiche alle nuove indagini, è stato spesso al centro di polemiche (nei giorni scorsi ha annunciato delle querele e una potrebbe essere nei confronti di Daniela Ferrari, mamma di Andrea Sempio, per alcune dichiarazioni rese in passato a “Le Iene”) anche con i pm di Pavia.

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