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Occhio, ecco cosa rischiamo se il guru di Grillo porta le sue idee in Parlamento

Chi è Gianroberto Casaleggio, il "Richelieu di Beppe" ed eminenza grigia del Movimento 5 Stelle. Un'escalation inarrestabile da Di Pietro fino alle visioni apocalittiche sul web

Giulio Bucchi
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  di Marco Gorra C'è un tizio che sembra il fratello sovrappeso del Conte Uguccione di Mai dire gol e che è fermamente convinto che ora del 2054 - dopo la divisione della Terra in un blocco con Internet libero ed uno con Internet censurato e susseguente Terza guerra mondiale - ci sarà un mega-governo unico planetario (a nome Gaia) funzionante tramite la Rete. Fin qui poco male: di portatori di idee bislacche sono pieni i Bar Sport di tutto il mondo, e se c'è gente convinta che l'undici settembre l'hanno fatto i Rettiliani figurarsi se non possono esserci i profeti di Gaia. Il guaio è che il fratello grasso del Conte Uguccione, complice il premio di maggioranza che potrebbe finire in tasca ai grillini, rischia di vincere le elezioni in Italia. Di buono c'è che, grazie al caso Favia, il tizio è assurto alla notorietà che gli compete: Gianroberto Casaleggio di anni 58, professione mente di Beppe Grillo. Fino a ieri illustre sconosciuto noto solo agli addetti ai lavori, dopo il fuori onda del consigliere grillino (succo: nel M5S non c'è democrazia, decide tutto Casaleggio che è spietato, vendicativo e vuole piazzare gli infiltrati nelle liste per le Politiche) Casaleggio è finito in prima pagina. Contribuendo suo malgrado a fare luce su svariati aspetti del grillismo finora rimasti sottotraccia. Il personaggio, va detto, è intrigante. Perito informatico con qualche esame dato a Fisica, Casaleggio ha un curriculum di tutto rispetto: manager nei cda di undici aziende, dalla Olivetti (era Colaninno) alla Webegg, nel 2004 si mette in proprio con la Casaleggio e associati, società specializzata in comunicazione e marketing. L'incontro con Beppe Grillo risale agli albori del Ventunesimo secolo, quando Casaleggio va a vedere uno spettacolo di  Grillo periodo luddista (i computer presi a martellate sul palco e le intemerate contro «Infernet»). Intuito che il potenziale c'è ma l'uomo ha bisogno di una qualche sgrezzatura, Casaleggio va a trovare Grillo in camerino per spiegargli succintamente che di come andrà il mondo non ha capito una beneamata: Internet è il futuro, altro che martellate. Spiegazione convincente, tanto che Grillo si converte all'istante («Pensai che fosse un genio del male o una sorta di San Francesco che invece che ai lupi e agli uccellini parlasse a Internet») al verbo casaleggiano. Da lì, la collaborazione decolla. In poco tempo l'ormai mitologico blog beppegrillo.it diventa realtà ed inizia a scalare posizioni nei ranking di contatti ed influenza. La dimensione pubblica di Beppe Grillo come leader politico anti-sistema si comincia a costruire mattone dopo mattone (la discesa in campo avverà col primo V-day del settembre 2007). Si iniziano a tirare in piedi sul territorio le strutture che costituiranno l'ossatura del Movimento 5 Stelle. Per un bel pezzo Casaleggio riesce a rimanere nell'ombra. Tutto sembra farina del sacco di Grillo e il massimo che si sa è che esiste un fantomatico «staff del blog» che si occupa di contenitore e contenuto. Il problema è che le dimensioni del fenomeno crescono, e con esse fisiologicamente cresce il numero di scontenti, emarginati, dissidenti. I quali iniziano a mettere in giro la voce che in realtà chi decide tutto è Casaleggio (le ricostruzioni più hard descrivono Grillo come una marionetta nelle sue mani) e che basta un suo diktat per decretare la sorte di qualsiasi cosa o persona anche lontanamente legata al Movimento. Nel frattempo lui inizia ad ottenere una propria riconoscibilità. Cura per qualche anno il sito di Antonio Di Pietro. Spuntano video in rete, come quello del 2008 con la profezia su Gaia (l'esatta cronologia casaleggiana è la seguente: 2018, il mondo viene diviso in due blocchi; 2020, scoppia la terza guerra mondiale che, tra armi batteriologiche e cambiamenti climatici contribuirà a ridurre la popolazione mondiale ad un miliardo di individui; 2046, un social network creato da Google soppianta l'anagrafe; 2051, abolizione della pena di morte nel mondo mediante referendum sul web; 2054, nasce Gaia e scompaiono partiti, ideologie e religioni).  Iniziano a girare maldicenze che, visti i trascorsi professionali, lo legano a massonerie e poteri forti assortiti (lui scriverà al Corriere per negare tutto). Trapelano notizie sulla vita privata, come quella del bosco privato che Casaleggio si è comprato dalle parti di Ivrea e  dove ama passare i weekend in solitudine. Il salto di qualità vero, però, arriva negli ultimi mesi quando,  di pari passo coi botti elettorali, nel M5S spuntano le baruffe domestiche. Baruffe che vengono risolte immancabilmente con le cattive: espulsioni, scomuniche, divieti. Il pionere ferrarese del grillismo Valentino Tavolazzi messo alla porta dall'oggi al domani, gli autoconvocati di Rimini trattati come pericolosi deviazionisti, eletti diffidati dall'andare in tv, Bologna dilaniata dalle lotte tra casaleggiani e indipendenti come nemmeno Sarajevo. Una linea draconiana, ad ispirare la quale in molti vedono proprio Casaleggio che fa e disfa dietro le quinte, tenendo in mano l'intero Movimento a partire da Grillo. Il quale, spiega Tavolazzi, «subisce un'influenza nefasta. Casaleggio, del resto, lo vede e lo consiglia ogni giorno». Conclusione: «La verità è che Casaleggio abilmente utilizza le spaccature nel movimento e non vuole rendere conto a nessuno». Un Richelieu a cinque stelle.  

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