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Napolitano sgrida Di Pietro

"C'è chi non conosce la Carta"
di Dario Mazzocchi sabato 25 luglio 2009

2' di lettura

Un problema “di revisione delle regole” sulle intercettazioni c’è, mada qui deve partire “la premessa per cercare di arrivare a regolecondivise”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitanoha affrontato lo spinoso argomento nel corso delle cerimonia dellastampa parlamentare per la chiusura estiva dei lavoratori inParlamento. Durante la cosiddetta consegna del ventaglio al Quirinale, il capodello Stato ha sottolineato che il rinvio a settembre dell’esame deldisegno di legge sulle intercettazione al Senato è stato “opportuno”,definendo poi come una “buona” premessa per giungere a soluzioniequilibrate il riconoscimento da parte di alcuni giornalisti che, inalcuni casi, sono stati commessi degli abusi. "Chi mi critica non conosce la Costituzione" - L’incontro con icronisti è stata un’occasione anche per levarsi qualche sassolino dallascarpa nei confronti di chi lo ha duramente criticato nell’ultimoperiodo, con un riferimento taciuto, ma inequivocabile al leaderdell’Italia dei valori Antonio Di Pietro: “Chi mi critica nonconosce la Costituzione”, ha commentato. “Ascolto le critiche, ancheaggressive, e vado avanti”, ha proseguito Napolitano che ha parlatoanche del pacchetto sicurezza. Legge sulla sicurezza - “Sulla sicurezza c'è stata una promulgazione a tutti gli effetti – hachiarito il Quirinale -, accompagnata con una lettera in cui c'eranovalutazioni critiche. A chi ha criticato questa modalità consiglio diandare a rileggere il libro Lo scrittoio del presidente, scritto daLuigi Einaudi, in cui lui stesso si rivolgeva al ministro del Tesoro diquell'epoca. È stata una strada dunque imboccata molte volte inpassato”. Eppure c’è chi ha mostrato di “aver compreso poco della Costituzione”,vale a dire colore che hanno invocato “polemicamente e di continuopoteri, e persino doveri, di intervento che non ho”. “Questo rilievo –ha proseguito - non tocca i tanti, semplici cittadini o soggetticollettivi, che scrivono e si rivolgono al presidente per richiamare lasua attenzione su situazioni e problemi che meritano e da me semprericeveranno comprensione e sostegno”. Ultimo scambio di battute sulla tregua in vista del G8 diL’Aquila. “Sono convinto di aver fatto il mio dovere”, ha dichiaratoNapolitano che ha precisato di aver voluto parlare di tregua “una solavolta” ed in occasione del G8 proprio perché si trattava di “unappuntamento internazionale”.

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