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Lunedì nero per i mercati

Veltroni: la colpa è della destra Il Papa: i soldi non contano
di Albina Perri sabato 11 ottobre 2008

2' di lettura

Papa Ratzinger ha affrontato oggi il tema della crisi dei mercati del mondo.  Lo ha fatto in apertura dei lavori del sinodo dei vescovi sulla Bibbia. I soldi sono niente, ha detto, svaniscono. Meglio puntare su beni più stabili come la parola di Dio. «Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine». Deve ricordarselo soprattutto chi «costruisce solo sulle cose sono visibili, come il successo, la carriera, i soldi. Solo la parola di Dio  è una realtà solida». I mercati intanto crollano: Tokyo ha chiuso sui minimi di seduta, registrando un tonfo del 4,25%, con il Nikkei 225 che è scivolato sui livelli di quattro anni fa (maggio 2004). Di conseguenza i due principali indici della borsa di Mosca, l'rts e il micex, hanno aperto oggi con un forte ribasso. Anche Piazza Affari ha aperto in forte calo, come Londra, Amsterdam e Francoforte. A Milano, a circa un'ora e mezza dall'avvio delle contrattazioni, l'indice S&P/Mib è arrivato a perdere quasi il 6 per cento. La Svezia e la Danimarca hanno deciso di studiare garanzie dei depositi bancari per evitare una fuga del risparmio dagli istituti di credito.  Unicredit sospesa a Piazza Affari per eccesso di rialzo tra un contratto e l'altro, ma non si ferma la discesa del titolo che cede oltre il 9%. Al momento della sospensione le azioni perdevano il 9,18% a 2,8 euro. Preoccupato, ora, anche Alessandro Profumo, l'amministratore delegato: "Chiaramente", ha detto stamattina, "abbiamo sottovalutato le condizioni del mercato. Le turbolenze di questi giorni non hanno precedenti nella storia, dal crack del 1929". E Veltroni ne approfitta per dare una stoccata alla destra, addirittura mondiale: "C'e' una crisi gigantesca che non potrà non avere ricadute anche in Europa e in Italia, e questa crisi e' figlia di colpe della destra", ha detto a Radio3. "La responsabilita' della crisi, è della destra, ovviamente non solo la destra italiana, perché è insopportabile che i teorici della deregulation ora siano diventati i teorici della nazionalizzazione, dell'intervento dello Stato".

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