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Veltroni: le colpe di una politica ridotta a tessere

Eliana Giusto
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"Per tutti noi, che, fino ad allora, lo abbiamo conosciuto e abbiamo lavorato con lui è stato uno choc sapere del suo arresto e del suo coinvolgimento negli anni successivi in una storia terribile di intreccio tra criminalità, politica e affari". Walter Veltroni parla di Luca Odevaine, suo vice capo di gabinetto quando era sindaco di Roma, e ora arrestato nell'inchiesta Mafia Capitale. E lo fa in una lettera a Repubblica. Scrive che Odevaine sembrava una persona perbene: "E' stata, in quegli anni, tra le persone più impegnate sul fronte della lotta all'abuso e alla illegalità diffusa. Con lui e con gli assessori abbiamo abbattuto 510 mila metri cubi di costruzioni illegittime, compresi faraonici alberghi e insediamenti di abusivi come al Celio e a Tor di Nona, che liberammo dalla criminalità".  Mai un sospetto - Insomma, un insospettabile. "Nessuno mai ci ha riferito dubbi o voci sulle sue azioni", continua Veltroni. "Se i sette anni successivi hanno fatto un'altra persona o se in quegli anni stessi ce ne era un'altra nessuno di noi, amministratori o vertici delle forze dell'ordine o giornalisti che lo hanno conosciuto, ovviamente lo ha mai percepito". Il resto "è l'orrore di un sistema politico e mafioso che ha sempre cercato di allungare le sue mani sulle città". "E' la crisi di una politica ridotta a tessere, correnti, potentati, preferenze e deprivata della sua ragione e del suo senso"

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