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Escort, Palazzo Vecchio a luci rosse:lo scandalo fa tremare tutta FirenzeRenzi: "Per ora siamo parte lesa"

Coinvolti nell'inchiesta politici, medici e diversi personaggi "bene" della città. Il sindaco avrebbe torchiato il suo staff: "Avete tutti la coscienza pulita?"
di Andrea Tempestini domenica 16 giugno 2013

Matteo Renzi

2' di lettura

L'inchiesta conta quattromila pagine. Si parla del giro di escort che sta facendo tremare Palazzo Vecchio, a Firenze. Epicentro dello scandalo l'hotel Meditarraneo gestito dai fratelli Taddei: avrebbero accolto 140 regazze dell'est e circa 200 massaie e studentesse coi loro clienti della Firenze bene. Il capoluogo toscano s'interroga. Matteo Renzi, da par suo, spiega: "Non voglio commentare, in Procura c'è gente seria, nulla ci è stato comunicato. Allo stato sembra che siamo parte lesa, perché è saltata fuori una storia laterale e antipatica, cioè che gli alberghi non avrebbero pagato al Comune la tassa di soggiorno. Il resto lo vedremo". Staff sotto torchio - Però, secondo un'indiscrezione riportata dal Corriere della Sera, qualche mese fa, quando le prime voci sullo scandalo e i primi nomi hanno cominciato a girare, Renzi avrebbe chiesto al suo staff, torchiandolo: "Ragazzi, avete tutti la coscienza tranquilla?". Il sindaco non vuole essere sporcato dallo scandalo: dicono che sia così prudente da non restare mai solo in una stanza con una donna che non sia sua moglie. Per ora, nello scandalo, sono stati tirati dentro vari politici locali, il presidente di una squadra di calcio toscana, avvocati, medici, direttori di palestre, alti ufficiali, un giornalista noto in città. Gli incontri, si è appreso, venivano organizzati da un sito internet: proponeva le foto delle ragazze, il numero di sms per stabilire un contatto, quindi veniva deciso l'appuntamento con tanto della stanza d'albergo.  Le insinuazioni - Renzi, infine, si difende da altre insinuazioni. Pochi giorni fa, mentre scoppiava lo scandalo, sono arrivate le dimissioni di Massimo Mattei, assessore del Partito democratico alla Mobilità nella giunta Renzi. "Me ne vado per motivi di salute", ha spiegato l'assessore, che ha una moglie e una figlioletta piccola. E' stato ricoverato: non si tratta di una malattia diplomatica. Ma si sa, le malelingue non perdono mai una buona occasione per fare un po' di gossip. Tanto che Renzi ha dovuto commentare, scocciato: "Mi sembra perlomeno avventuroso collegare le dimissioni dell'assessore a una storia di escort". 

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