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Sea Watch, terrore e delirio: "Catania non è porto sicuro, c'è il pm Carmelo Zuccaro"

Davide Locano
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Fine dell'odissea per i 47 immigrati a bordo della Sea Watch, che dopo 13 giorni sbarcano al porto di Catania, tra sorrisi e in un clima di festa. A Catania, dunque. E non a Siracusa dove hanno trascorso gli ultimi giorni di stallo, prima che venisse raggiunto un accordo per la ridistribuzione con sette Paesi europei. Secondo diversi retroscena di stampa, la scelta di Catania sarebbe motivata dalla possibilità che il cambio di procura possa portare a un'indagine sulla Ong, indagine richiesta da Matteo Salvini ed esclusa nei giorni scorsi dal procuratore di Siracusa, Fabio Scavone. Il punto è che il procuratore capo di Catania è Carmelo Zuccaro, noto per le sue indagini sulle Ong: un'inchiesta, o il sequestro della nave, al momento non si possono escludere. Il sindaco di Catania, Salvo Pugliese, parlando dello sbarco della Sea Watch ha premesso: "Era giusto che questa situazione si chiudesse, ora gli organi della magistratura faranno le valutazioni del caso. Bisogna vedere se ci sono gli estremi per agire o meno". Insomma, l'inchiesta sarebbe al vaglio, per quanto fonti investigative escludono, almeno per il momento, il sequestro della nave. Insomma, la situazione è in divenire. Ed in questo contesto ecco piovere la protesta dell'equipaggio di Sea Watch, che su Twitter muove un accusa che difficilmente può reggere. Leggi anche: Sea Watch, sbarcano gli immigrati e inizia lo show contro Salvini Nel corso della rotta verso Catania, la Ong ha cinguettato: "Dobbiamo andare a Catania. Ciò significa che dobbiamo allontanarci da un porto sicuro, verso un porto dove c'è un procuratore noto per la sua agenda sulle Ong che salvano in mare. Se questa non è una mossa politica non sappiamo cosa sia. Speriamo per il meglio ma ci aspettiamo il peggio". Insomma, per Sea Watch il fatto che ci sia Zuccaro in procura renderebbe quello di Catania un porto "non sicuro". Ogni commento è superfluo.

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