CATEGORIE

Casa di Montecarlo, Gianfranco Fini scarica Elisabetta ma non convince i magistrati

di Matteo Legnani domenica 19 novembre 2017

1' di lettura

Un allocco per otto anni. O meglio, per usare un termine più colorito usato dallo stesso Gianfranco Fini per descrivere la sua condotta, "un coglione". Per otto anni. Quelli durante i quali, secondo quanto raccontato l'altro giorno dall'ex presidente della Camera ai magistrati della procura di Roma, la compagna Elisabetta Tulliani gli avrebbe tenuto nascosto che il fratello Giancarlo quella casa di Montecarlo di Avenue Princesse Charlotte l'aveva comprata e non presa in affitto. Una versione, quella con cui Fini di fatto scarica la Tulliani, che però non convince appieno i magistrati. Sopratutto perchè, secondo quanto scrive oggi il quotidiano Il Tempo, quanto sostenuto dallo stesso Fini nel primo interrogatorio era che il cognato (Giancarlo Tulliani) aveva versato alla sorella la metà dei soldi ricavati nel 2015 dalla vendita dell'appartamento monegasco (comprato nell'agosto 2013 a 300mila euro e ceduto sette anni dopo per 650mila euro) come risarcimento morale per il danno morale subito da lui (ossia da Fini), senza che lei informasse il marito. Giovedì, l'ex leader di An ha cambiato versione, sostenendo che per otto anni Elisabetta gli avrebbe nascosto la verità sul fatto che era, al pari del fratello, proprietaria dell'immobile.

tag
giancarlo tulliani
elisabetta tulliani
gianfranco fini

Passato recente Francesca Albanese? Da Ventura a Fini: le chiavi della città porano male

A L'aria che tira Gianfranco Fini elogia Meloni: "Perché è empatica con gli altri leader"

Da Gomez Gianfranco Fini, la Groenlandia? Anche il dem Truman chiese di comprarla

Ti potrebbero interessare

Francesca Albanese? Da Ventura a Fini: le chiavi della città porano male

Lorenzo Cafarchio

Gianfranco Fini elogia Meloni: "Perché è empatica con gli altri leader"

Gianfranco Fini, la Groenlandia? Anche il dem Truman chiese di comprarla

Alberto Busacca

Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra