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Stupro di Rimini, la transessuale scrive a Mattarella. Dopo la violenza la lettera e la richiesta choc al presidente

di Eliana Giusto domenica 26 novembre 2017

2' di lettura

Vittima dello stupro di Rimini e testimone chiave dell'inchiesta che ha portato all'arresto dei quattro aggressori stranieri, ora la transessuale peruviana scrive al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Fatemi diventare italiana". Il suo avvocato, Enrico Graziosi, riporta il Giorno, ha già presentato la richiesta al questore di Rimini. La donna è supportata proprio da Maurizio Improta perché è stato grazie a lei che la polizia è riuscita a chiudere il caso.  In Italia da 15 anni era "rimasta sola e senza possibilità economiche - scrive il suo avvocato nella richiesta di cittadinanza - si era arrabattata in piccoli lavori, senza riuscire a trovare un'occupazione stabile". A quel punto si era data alla strada. La notte del 25 agosto il dramma dello stupro. "Prima di lei avevano già massacrato un'altra ragazza. Ma era stata proprio la peruviana a incarnare la nemesi di quelle quattro belve", "è in questo contesto - scrive ancora l'avvocato - che dà prova di forza e spessore morale non indifferente, concentrando le sue energie nel ricostruire l'identikit degli aggressori. Ha trascorso ogni momento successivo alla loro cattura negli uffici della questura, sforzandosi di ricordare ogni particolare di quella terribile notte". E ancora: "Mai una parola di odio, scomposta o desiderosa di vendetta, ma solo una sacrosanta richiesta di giustizia a tutela non personale, ma della collettività, di cui sente di fare parte e con cui condivide valori e principi, forse spesso dati per scontati da chi italiano lo è già". E' stata lei l'unica vittima sempre presente a ogni udienza del processo che ha condannato il capo branco, Guerlin Butungu, a 16 anni di carcere. E il questore Improta conferma: "Ritengo che se lo meriti. Senza mettere da parte il ruolo di vittima e quello che ha sofferto, le sue continue, costanti e precise testimonianze, essersi aperta con le forze di polizia a raccontare particolari, essersi resa disponibile non solo in quegli otto giorni intercorsi tra la violenza e gli arresti, ma anche durante tutto il periodo successivo, la sua lucidità e, è il caso di dirlo, il suo alto senso civico, hanno consentito a polizia e magistrati già nell'immediatezza, di disegnare una cornice investigativa ricca di particolari. La sua volontà manifestata fin dai primi tempi di riscatto e di rivalsa, mai di vendetta, hanno fatto emergere una figura umana che appartenendo alla schiera degli invisibili, con un riconoscimento come quello della cittadinanza, potrà invece entrare a far parte a pieno titolo di chi può avere una chance per ricominciare una vita alla luce del sole".

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