"Lavoratori e lavoratrici" e giù fischi, bagarre e un 'vattene' generale. Anche Susanna Camusso, che con il suo intervento chiude lo sciopero generale indetto oggi a Terni, non gode più del favore della piazza. Al di là degli affiliati alla CGIL il 'popolo' che lavora non risponde. Ai sindacati e alle loro rassicurazioni le migliaia di persone in strada sembrano credere più. La distanza tra sigle e maestranze appare notevole e si registra già nelle prime fasi del comizio, quando Luigi Angeletti prende la parola. "Una manifestazione di Terni e non dei sindacati - ci spiega poco dopo - una città che si rende conto di come la crisi dell'AST sia l'ultimo duro colpo alle prospettive di occupazione. Le acciaierie ternane sono un'eccellenza della produzione nostrana poiché uniche in Italia a produrre acciaio speciale". E che la situazione sia critica da tempo, il leader UIL lo sottolinea ricordando che nell'accordo siglato tra Thyssen e la multinazionale finlandese Outukumpu prevedesse una clausola precisa: nel caso in cui l'anti trust europeo avesse stabilito di chiudere dei centri di produzione "si sarebbero dovuti salvare solo quelli tedeschi". Sotto il palco centrale non mancano i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali. Affianco ai gonfaloni dei comuni umbri, anche lo stendardo di Perugia con il neo sindaco Andrea Romizi, venuto a "portare a Terni la vicinanza della nostra città in un momento così difficile". di Marco Petrelli