Cosa faccio adesso? Resto qui o vado? Chissà quante volte questa domanda è rimbalzata nella testa di Alexia quando si è ritrovata di notte nel bosco pieno di neve, con due bambini di 4 e 5 anni, senza cellulare a meno cinque gradi. Ci sono momenti della vita in cui non hai tempo per pensare, devi decidere in fretta. Perché da quella risposta dipende la vita di altri oltre che la tua. Perché c’è troppo freddo ed è troppo buio e i lupi vivono davvero nei boschi, non solo nelle favole. Ci sono momenti in cui un bivio non è un’alternativa ma una sentenza di condanna. Alexia avrebbe potuto restare avvinghiata ai bimbi, riscaldarli con il suo fiato e aspettare l’arrivo dei soccorsi. Ma probabilmente sarebbero morti in tre di fame e di freddo. Con un gesto che molti considerano di incoscienza questa mamma è andata da sola. Ha lasciato i suoi piccoli in un anfratto scavato nella roccia, li ha stretti uno accanto all’altro, ha sistemato le loro manine ghiacciate nelle tasche, li ha abbracciati forte e poi, senza voltarsi a guardarli, ha cominciato a camminare. La giacca strappata e il ghiaccio nei calzini. Le impronte degli scarponi dietro di sé che segnavano la distanza dai suoi piccoli e il bianco della neve tutt’intorno in un silenzio minaccioso e surreale. Ogni passo una speranza. Ci vuole coraggio, perché è più facile restare che andare. Questa mamma che molti attaccano come se fosse un mostro senza cuore, ha fatto un gesto di grande coraggio e di lucida intelligenza nonostante il freddo avesse anestetizzato i suoi pensieri oltre che le sue gambe. Ma in questa storia c’è un’altra madre, Adelaide. È l’ex moglie del compagno di Alexia. La madre del piccolo Manuel, uno dei due bimbi che la notte di San Silvestro era con Alexia. Adelaide ha detto che aspetta che torni l’avvocato per capire cosa fare, certamente lei non sarebbe andata via: «Io i miei figli non li lascio neanche per un secondo». Alexia aveva capito che l’unica possibilità per salvare i bimbi era di andare da sola. «La donna è stata coraggiosa ad avventurarsi in quel posto così pericoloso, i piccoli di notte avrebbero incontrato moltissime difficoltà nel cercare di raggiungere il paese. Ci sono i dirupi, è buio e sarebbero potuti scivolare», ha detto uno dei soccorritori. Certo, Alexia non avrebbe dovuto avventurarsi da sola con due bambini nei boschi, non avrebbe dovuto fare quella passeggiata con un cellulare scarico. Ma è troppo facile giudicare, è troppo facile dire «io non lo avrei fatto», senza pensare alle volte in cui cediamo ai capricci dei nostri bambini per amore o per sfinimento. È andata nei boschi convinta di poter tornare poco dopo. Invece ha perso la strada. E siccome la vita non è una fiaba e nessun Pollicino lascia sassi sul nostro cammino, non l’ha più ritrovata. Per un po’ ha seguito le impronte lasciate da una persona che aveva le ciaspole ai piedi, ma poi ha perso anche quel filo che le dava speranza e così ha cominciato a camminare con i bambini. Ma i due piccoli erano stanchissimi, avevano perso i guantini, uno non aveva più lo scarponcino e i piedi erano bagnati. Ad un certo punto Alexia ha fatto la sua scelta. È andata. Qualcuno le ha rinfacciato perfino di non aver lasciato la sua giacca a Manuel e Nicole prima di andar via. «Rischiavo l’assideramento», si è difesa lei. Alexia doveva vivere per non far morire i bambini. Quando l’hanno ritrovata, ormai sfinita e in stato confusionale, ha raccontato di aver messo i piccoli al sicuro ma ormai non ricordava più dove fossero. Solo quando sono stati ritrovati e caricati sull’elicottero ha accettato le cure. «Non sono un’eroina - ha detto - sono una madre che ha cercato di fare tutto il possibile, come un animale nel bosco fa di tutto per difendere i suoi cuccioli. Non è una storia con giallo, è un miracolo», dice Alexia. La Procura ha aperto un fascicolo per abbandono di minori ma più passano le ore, più l’ipotesi sfuma e la legge frana davanti al coraggio di questa mamma. di Lucia Esposito